“Servono voli diretti per pharma e moda italiani”
I prodotti italiani, in particolare dei settori farmaceutico e moda, hanno bisogno di “voli diretti, oltre che di aeroporti efficienti”. Lo ha affermato quest’oggi il presidente di Anama, Alessandro Albertini, nel corso della sessione dedicata al cargo aereo del convegno Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry, rilevando in questo senso come positivo il ritorno nell’aeroporto […]
I prodotti italiani, in particolare dei settori farmaceutico e moda, hanno bisogno di “voli diretti, oltre che di aeroporti efficienti”.
Lo ha affermato quest’oggi il presidente di Anama, Alessandro Albertini, nel corso della sessione dedicata al cargo aereo del convegno Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry, rilevando in questo senso come positivo il ritorno nell’aeroporto di Malpensa delle connessioni passeggeri di Air India, importanti in particolare per il pharma dato il ruolo del paese asiatico per questa industria.
Durante il suo intervento Albertini ha anche indicato come sia fondamentale, in questo momento storico, assecondare lo spostamento degli approvvigionamenti, che dalla sola Cina vedono ora crescere di importanza le spedizioni con origine in altre aree dell’Asia. Cosa che effettivamente si riscontra in questa prima parte del 2023, in cui si osserva un ribilanciamento dei servizi dal continente asiatico, parallelamente a “un leggero incremento dei voli con gli Usa e un aumento consistente di quelli tra Stati Uniti e Sudamerica”.
Uno sguardo sull’andamento del mercato del trasporto aereo, o più precisamente sulle sue prospettive così come viste dagli operatori, è stato offerto durante l’incontro anche da Giuseppe Gall, senior partner di Trt, che ha mostrato i risultati di una indagine condotta dalla società, da cui emerge un certo grado di incertezza e di pessimismo. Solo il 9% degli intervistati, innanzitutto, ha detto di aspettarsi che i noli per le spedizioni aeree scendano e tornino sui livelli precedenti, mentre per il 46% dei campione questi sono destinati a cresceranno del 40% o più. Lo scarso ottimismo del settore, ha evidenziato ancora Galli, emerge inoltre anche dalla risposta al quesito sui tempi di ritorno alla normalità: per oltre il 60% del campione, questo avverrà infatti solo nel 2024 o ancora più avanti.
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