Verona in allarme per l’uscita di Alha dal cargo in aeroporto
L’handler risolve il contratto a causa di spese elevate e traffici in calo, timore per l’azzeramento del traffico cargo
L’aeroporto Catullo di Verona, parte del network Save insieme quelli di Brescia, Venezia e Treviso, deve fare i conti con un altro addio dopo quello pronunciato dall’ormai ex responsabile della divisione merci del gruppo, Massimo Roccasecca.
A decidere di lasciare lo scalo è stata infatti anche la società di handling Alha, che – riferisce il quotidiano l’Arena – avrebbe siglato la risoluzione del contratto che la legava a Catullo Spa, società di gestione dell’aeroporto, con effetto a partire dal 31 marzo. Dietro la decisione dell’operatore ci sarebbero ragioni come l’aumento dei costi di esercizio e il calo dei traffici.
Una scelta, quella di Alha, che lascerà ‘scoperto’ lo scalo, il quale si troverà del tutto privo di operatori dell’handling, e che ha scatenato le preoccupazioni di Avas. L’Associazione Veronese Autotrasportatori e Spedizionieri alla testata ha spiegato di avere richiesto a Save di cercare un nuovo accordo con l’operatore per non perdere un’attività che a suo avviso avrebbe comunque margini di sviluppo, sia sulla spinta delle Olimpiadi di Cortina sia del progetto del Governo italiano per fare di Verona uno dei perni della logistica del Nord Est a sostegno del futuro processo di ricostruzione dell’Ucraina.
Il dado però pare ormai tratto, dato che secondo la stessa Avas Catullo Spa avrebbe già chiarito di non vedere le merci nel futuro dello scalo veronese (tipicamente battuto da aeromobili che sviluppano scarsa attività di questo tipo) e di voler proseguire nella concentrazione del traffico cargo su Brescia.
Ed effettivamente i dati di Aeroporti 2030, associazione cui aderisce lo scalo veronese, sembrano confermarne il declino sul lato delle merci. Dopo un 2021 chiuso da Catullo con movimentazioni per 2.186,6 tonnellate, il 2022 è stato infatti archiviato con una flessione del 70,1% e sole 653,3 tonnellate. Il mese di gennaio – l’ultimo per cui sono disponibili i dati – indica invece volumi per sole 0,2 tonnellate, il 99,9% in meno rispetto alle 252 di un anno prima.
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