Tornano a gara le spedizioni aeree della Difesa per il 2023
Attualmente l’attività è svolta da Dsv sulla base di una proroga unilaterale del contratto decisa dal Ministero
Dopo che Dsv si è detta non disponibile a proseguire alle condizioni precedenti (cosa che però ha dovuto fare comunque, per qualche mese, sulla base di una proroga unilaterale del contratto disposta dalla controparte), il ministero della Difesa ha deciso di rimettere a gara l’attività di trasporto aereo di materiali e mezzi delle Forze Armate per il periodo compreso tra i 1 luglio e il 31 dicembre di quest’anno, fissando un budget di 6,15 milioni di euro.
L’ attività, spiega lo stesso dicastero, richiede l’impiego di “aeromobili cargo light, medium, heavy, wide body e oversize”, i quali dovranno poter raggiungere i contingenti italiani, impegnati in 35 missioni in vari teatri operativi, in un momento storico caratterizzato da “una situazione di crisi internazionale, che determina concreti rischi e minacce globali”.
L’ultima aggiudicazione di questa attività alla casa di spedizioni danese Dsv (che in Italia ha sede a Limito di Pioltello) risale al dicembre 2021. In quella occasione la società, che già aveva vinto il bando per il 2021, aveva ottenuto un contratto del valore di 18,18 milioni di euro per le spedizioni aeree in ambito nazionale e internazionale (parallelamente si era aggiudicata anche l’appalto per quelle via mare, del valore di 20,15 milioni). La stessa gara stabiliva la possibilità, per l’ente, di ricorrere, nei tre anni successivi alla firma, a procedure negoziate “sulla base del progetto di base presentato in sede di gara e alle medesime condizioni tecnico/economiche inizialmente previste”.
Già in occasione della eventuale prima ripetizione del contratto, a copertura delle attività del 2023, Dsv però aveva provato a sfilarsi dicendosi indisponibile a proseguire alle condizioni economiche precedenti. Una posizione che la società aveva motivato con gli aumenti dei prezzi del jet fuel che erano intervenuti nel frattempo, così come con “la riduzione nella disponibilità delle tipologie di aeromobili richiesti in sede di gara, derivante agli embarghi/sanzioni disposti in risposta all’attuale conflitto tra Russia e Ucraina”.
Da qui la decisione dello stesso Ministero della Difesa di ricorrere a una proroga unilaterale del contratto alle stesse condizioni economiche di quello precedente, una scelta presa considerando come i servizi in questione fossero “non suscettibili di sospensione” poiché legati alle “superiori esigenze strategiche di difesa e sicurezza nazionale ed internazionale”.
Ma anche la decisione di avviare una nuova procedura pubblica, a coprire le esigenze di spedizioni per via aerea delle Forze Armate nella seconda metà del 2023, che come visto ha un budget di massimo 6,15 milioni di euro.
La nuova gara, si apprende ora dalla documentazione disponibile, riprende ancora la possibilità di ripetizione dell’appalto nei tre anni successivi (con lo scopo di assicurare “continuità nell’esecuzione”, “certezza sulla programmazione dei futuri impegni” nonché “contenimento dei costi”), fissando un “importo presunto” di 35 milioni di euro Iva inclusa (per un totale quindi di 61,725 milioni di euro a coprire il periodo luglio 2023 – dicembre 2026). Previste ancora inoltre delle proroghe, con importi stabiliti in 6 milioni per i primi semestri di 2024 e 2025 e di 5,5 milioni per il primo semestre 2026 (per il quale sono infatti previste minori esigenze).
Per farsi un’idea di quelle che potranno essere le attività richieste dal nuovo procedimento può essere utile guardare a quelle svolte lo scorso anno. Nel 2022, si legge in un documento ministeriale, il trasporto aerei cargo gestiti per le Forze Armate da Dsv sono stati 57, dei quali 50 operati da Ilyushin Il-76 e 7 da An-124 (nessuno invece con B 747-400). Le rotte percorse dagli Antonov sono state quelle tra l’Italia e gli scali polacco di Rzeszow, nigerino di Niamey, verso gli aeroporti iracheni di Baghdad ed Erbil e verso quello islandese di Keflavik. Con gli Il-76 sono state invece curate spedizioni su rotte tra Iraq e Kuwait (rispettivamente, gli aeroporti di Baghdad ed Erbil e quello di Ali Al Salem), tra l’aeroporto maliano di Gao e quello di Cotonou in Benin, nonché tra Mogadiscio, Djibuti e la Somalia.
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