Spedizioni miste mare più aereo la risposta al coronavirus
Con i voli da e per la Cina ad oggi in gran parte bloccati, il mondo del retail sta considerando soluzioni alternative per poter fare arrivare in Occidente le merci che verranno prodotte nel paese asiatico quando le fabbriche ricominceranno a lavorare a pieno regime e quando, prevedibilmente, le rate di nolo per i trasporti […]
Con i voli da e per la Cina ad oggi in gran parte bloccati, il mondo del retail sta considerando soluzioni alternative per poter fare arrivare in Occidente le merci che verranno prodotte nel paese asiatico quando le fabbriche ricominceranno a lavorare a pieno regime e quando, prevedibilmente, le rate di nolo per i trasporti aerei schizzeranno alle stelle.
Una delle alternative più vantaggiose, secondo diversi operatori attivi nel settore delle vendite al dettaglio consultati da Loadstar, sarebbe quella offerta dall’utilizzo di un trasporto combinato marittimo (nella prima parte del tragitto, per far uscire i prodotti dalla Cina) e aereo (per la tratta successiva). A suggerire questa strada è il fatto che i traffici via mare intra-asiatici siano ad oggi ancora piuttosto attivi, in particolare su rotte più brevi e servite da navi più piccole (le rotte delle grandi portacontainer sono invece più spesso vittime dei cosiddetti blank sailing, cioè le cancellazioni di viaggi).
Secondo alcuni addetti ai lavori, le merci che usciranno via nave dal paese avranno a quel punto due aeroporti preferenziali su cui confluire, ovvero Singapore e Dubai (mentre Taiwan e gli scali coreani rischiano di essere più congestionati).
In particolare secondo Grant Liddell, direttore dello sviluppo commerciale di Metro Shipping, alla ripresa dei collegamenti il prezzo per le spedizioni aeree fuori dalla Cina potrebbe toccare i 4 o 5 dollari per kg, (contro i ‘soliti’ 2 dollari per kg), mentre il costo finale di un trasporto combinato mare-aereo potrebbe invece aggirarsi intorno ai 2,8 dollari per kg.
Al momento non è ancora possibile prevedere quando la produzione cinese riprenderà a girare a pieno ritmo. L’industria della moda chiede di poter lanciare la nuova stagione nei negozi prima di Pasqua, tra otto settimane, ma secondo Liddell, “circa il 70-80% delle fabbriche cinesi non è ancora tornato alla piena velocità”.
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