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Sono due le offerte in pista per Ita Airways
Di ufficiale ancora non c’è nulla, ma diverse fonti di stampa concordano nel dire che per la privatizzazione di Ita Airways sono effettivamente due le offerte giunte al tavolo del Mef entro la scadenza, che era stata fissata per la mezzanotte di ieri. Come previsto, si sarebbero fatta avanti l’alleanza Msc – Lufthansa (in questo […]
Di ufficiale ancora non c’è nulla, ma diverse fonti di stampa concordano nel dire che per la privatizzazione di Ita Airways sono effettivamente due le offerte giunte al tavolo del Mef entro la scadenza, che era stata fissata per la mezzanotte di ieri.
Come previsto, si sarebbero fatta avanti l’alleanza Msc – Lufthansa (in questo caso la notizia è stata confermata da un portavoce della compagnia tedesca) e la partnership tra il fondo di private equity Certares Management, affiancato da Air France-Klm e Delta Airlines.
Riguardo la prima offerta, indiscrezioni emerse nella giornata di oggi (24 maggio, ndr) su Reuters hanno dettagliato che questa prevederebbe una quota del 60% in mano al gruppo logistico svizzero e un 20% a Lufthansa, con il Mef che quindi a questo punto rimarrebbe per il momento con il restante 20%.
Rispetto alla seconda, ieri sera (dunque della scadenza dei termini per la presentazione delle offerte) la stessa Reuters aggiungeva che entrambi i vettori, ovvero Air France – Klm e Delta, potrebbero essere disposti a investire in Ita e non solo a considerare partnership commerciali.
Pare invece non aver partecipato infine alla procedura Indigo Partners, cui fa capo la low cost Wizz Air.
Ancora da conoscere ovviamente i dettagli delle proposte. Dal punto di vista strettamente economico, se finora per Msc Lufthansa si era parlato di una valutazione di Ita compresa tra gli 1,2 e 1,4 miliardi di euro, secondo quanto riportato oggi dal Messaggero questa sarebbe stata poi ora rivista al rialzo a raggiungere gli 1,8-1,9 miliardi, superando quella della cordata rivale. Un rilancio che probabilmente avrà soddisfatto il Ministero, che aveva auspicato si innescasse una reale competizione tra i contendenti.
Mentre i piani di sviluppo operativo dei due offerenti si sono delineati già nei mesi scorsi, i nodi da sciogliere restano l’ammontare della quota di minoranza che resterà in capo al ministero (i rumours dicono tra il 10 e il 30%; secondo il Sole 24 Ore probabile che la sintesi si troverà sul 20%, come peraltro dicono anche le indiscrezioni raccolte da Reuters) e la finalizzazione dell’aumento di capitale da 400 milioni del Mef a favore della società, congelato perché verrà concordato con il vincitore della gara. Rispetto alle tempistiche, il ministro Daniele Franco aveva fatto sapere di voler chiudere la partita a giugno, con la firma dell’accordo di compravendita che potrebbe arrivare, sempre secondo Il Sole, anche nella prima decade del mese.