Sindacati sul piede di guerra per i 315 esuberi previsti dalla fusione Tnt-FedEx
“Proclamato lo stato di agitazione di tutti lavoratori dipendenti di Fedex e Tnt”. E’ quanto riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a seguito dell’incontro tra le organizzazioni sindacali e le due aziende, specializzate nelle attività di corriere espresso e spedizione delle merci, sul processo di integrazione societaria e di fusione, sottolineando che “in […]
“Proclamato lo stato di agitazione di tutti lavoratori dipendenti di Fedex e Tnt”. E’ quanto riferiscono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a seguito dell’incontro tra le organizzazioni sindacali e le due aziende, specializzate nelle attività di corriere espresso e spedizione delle merci, sul processo di integrazione societaria e di fusione, sottolineando che “in base al nuovo modello organizzativo Fedex ha aperto una procedura di licenziamento collettiva, equivalente a 315 esuberi strutturali, quasi totalmente dipendenti courier e contestualmente è stata annunciata una comunicazione di trasferimento collettivo per altri 17 dipendenti di Fedex e per 92 addetti alle vendite di Tnt”.
“E’ fortemente negativo – affermano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporto – il nostro giudizio sul piano di riorganizzazione, in quanto esclusivamente caratterizzato dai tagli del personale che sono immotivati visto che i volumi produttivi non sono affatto in sofferenza, ed inoltre il piano non è all’altezza degli obiettivi di crescita dichiarati dalle aziende. E’ assolutamente inaccettabile – proseguono le tre organizzazioni sindacali – che in una fase di espansione dell’economia e delle attività di trasporto delle merci, anche per la crescita dell’e-commerce, si possa pensare di licenziare le persone che rappresentano il motore vivo del business aziendale”.
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti annunciano infine che “nei prossimi giorni saranno avviate tutte le iniziative sindacali di lotta per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per chiedere alle aziende di cambiare il piano di riorganizzazione che deve puntare realmente allo sviluppo delle attività, alla loro internalizzazione ed alla salvaguardia dei posti di lavoro”.