Sempre più probabile il salvataggio di Alitalia con Fs Italiane e Poste
In attesa di capire se e quale sarà il partner estero che contribuirà al suo salvataggio, il futuro di Alitalia inizia lentamente a delinearsi. Dopo le precisazioni del Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio (“Vogliamo attrarre investitori, ma anche garantire una leadership pubblica nella governance”, arrivano le parole del suo collega di governo, il Ministro dei […]
In attesa di capire se e quale sarà il partner estero che contribuirà al suo salvataggio, il futuro di Alitalia inizia lentamente a delinearsi. Dopo le precisazioni del Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio (“Vogliamo attrarre investitori, ma anche garantire una leadership pubblica nella governance”, arrivano le parole del suo collega di governo, il Ministro dei trasporti Danilo Toninelli che rilancia l’ipotesi di Fs come partner (di minoranza) della nuova compagnia con una quota di circa il 30%. Una partnership non esclusiva, perché prevede anche l’ampliamento a una cordata con altri soggetti forti come Eni (che in realtà ha successivamente smentito di essere stata coinvolta) e Poste Italiane.
“Non voglio entrare nei particolari, la partita è aperta” ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei lavori Pubblici parlando con i giornalisti a margine del congresso nazionale degli ordini degli ingegneri. “Di percentuali non si è ancora parlato. Fs è un partner strategico per Alitalia, l’ha detto anche l’amministratore delegato”, facendo riferimento a quanto espresso recentemente da Gianfranco Battisti, appena nominato sulla poltrona più alta del gruppo di cui fa parte Trenitalia.
“Per noi nel progetto Alitalia deve esserci il collegamento degli aeroporti con la rete Av, l’eliminazione di sovrapposizioni sul piano industriale, un’integrazione anche commerciale con un biglietto unico che consenta di andare da Dubai a Bologna” aveva detto solo pochi giorni fa il manager.
Ma i tecnici che stanno studiando il dossier, secondo Il Sole 24 Ore, prevedono anche la possibilità di un ingresso in forze della componente pubblico-privata rappresentata da Poste Italiane ed Eni. Un ruolo potrebbe averlo anche Cassa depositi e Prestiti ma non come azionista, bensì in una forma ibrida come finanziatore della flotta.
Il quotidiano economico, inoltre, si spinge ad immaginare un intervento anche di Boeing come potenziale partner a cui chiedere un intervento azionario. Le forme d’intervento sono tutte da scrivere, ma ciò che è certo è che la nuova Alitalia dovrà espandere la flotta da 118 velivoli a circa 200.