Segnali di calo delle spedizioni e-commerce a inizio anno
Alcuni operatori parlano di “crollo”, mentre permangono i timori rispetto alla dipendenza del settore da questo tipo di traffici
Secondo alcuni resoconti raccolti da Loadstar, le spedizioni aeree di e-commerce starebbero vivendo dall’inizio dell’anno un netto calo, se non addirittura “un crollo”.
Al momento quelli evidenziati dalla testata britannica sono solo riscontri individuali, di soggetti peraltro rimasti anonimi. É possibile però che si tratti dei primi segnali di una tendenza che andrà affermandosi nelle prossime settimane. Nello specifico, secondo uno spedizioniere i volumi del commercio elettronico sarebbero “crollati” da inizio 2025. A conferma di questo, l’operatore avrebbe riscontrato “un calo del 40% dei noli (dalla Cina, ndr) dal mese prima, con una media delle quotazioni pari a 2,50 dollari/Kg, contro i 5 dollari offerti a dicembre”. Riguardo l’andamento delle attività, alcuni hanno segnalato un calo inaspettato degli invii legati al commercio elettronico, mentre altri hanno puntato l’attenzione sul fatto che i retailer abbiano già ricostituito le loro scorte. Altri dicono di osservare ancora un ‘effetto Trump’ nelle spedizioni verso gli Usa, con un perdurare dell’attività di frontloading (l’invio anticipato dei carichi) nel timore dell’applicazione di nuovi dazi, che sta tenendo alti i noli.
Questi primi riscontri stanno facendo tornare a galla le preoccupazioni rispetto alla grande dipendenza che il settore del trasporto aereo delle merci ha sviluppato verso il commercio elettronico a partire dagli anni della pandemia. Sul tema si era espressa nelle scorse settimane anche Xeneta, che pure aveva fatto sapere di prevedere una crescita annua del 14% delle spedizioni legate agli acquisti on line da qui al 2026 (e di una domanda complessiva in aumento del 4-6% nel 2025).
“Possiamo incorniciare il 2024. È stato un anno notevole per le spedizioni aeree” ha dichiarato al riguardo Niall Van de Wouw. “Ma questo rimane un mercato che dipende sempre di più dai volumi di e-commerce, mentre il mercato generale del trasporto merci, il barometro dell’economia globale, rimane in sordina. I segnali provenienti dall’industria manifatturiera, in particolare in Europa, sono preoccupanti”. A questi si aggiunge il fatto che diversi paesi “mirano a reprimere le piattaforme di e-commerce cinesi”. Se ciò dovesse accadere, è la domanda finale dell’analista, questo “avrebbe un impatto considerevole sui mercati di tutto il mondo, perché: cosa prenderà il posto di questi volumi?”.
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