Save rispedisce al mittente la proposta di una collaborazione tra Orio e Montichiari
Per il vertice Marchi possibile solo un ingresso del gruppo veneto nel capitale dello scalo bergamasco, ma non viceversa
La proposta delle due Confindustrie territoriali di Bergamo e di Brescia rispetto a un futuro congiunto per i due aeroporti di Orio al Serio e Montichiari è stata rispedita al mittente da Save.
L’ipotesi era stata avanzata pubblicamente la scorsa settimana nel corso della assemblea pubblica – questa sì, congiunta – delle due associazioni degli industriali, che da tempo hanno avviato una collaborazione basata sulla constatazione di rappresentare una unica ‘Piattaforma manifatturiera d’Italia’. La proposta era stata nella stessa occasione ‘sposata’ dal presidente di Sacbo – società di gestione dell’aeroporto Caravaggio di Bergamo – Giovanni Sanga, che aveva ipotizzato una specializzazione di Orio nei passeggeri e di Montichiari nelle merci, e in generale una collaborazione anche aldilà e prima di eventuali “operazioni societarie” – ed era stata anche implicitamente benedetta a livello governativo, dato che la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla platea aveva genericamente lodato il lavoro delle due rappresentanze per “rafforzare quel percorso di sinergia e connessione avviato dalle due associazioni, tra le principali realtà produttive nazionali”.
Il progetto ha però trovato un muro in Save, società che gestisce il Gabriele D’Annunzio tramite Catullo Spa, il cui presidente Enrico Marchi – secondo quanto riportato da QuiBrescia – che al riguardo ha parlato senza mezzi termini di dichiarazioni “estemporanee, irrituali e addirittura provocatorie”. Più esplicitamente ancora, Marchi ha evidenziato come una integrazione tra le due realtà potrebbe aver luogo solo tramite un ingresso di Save nell’azionariato dello scalo bergamasco, dato che la società non ha invece intenzione di scendere in quello dell’aeroporto bresciano.
Parlando di Montichiari, Marchi ha anche ricordato i piani di sviluppo dello scalo e segnalato come il 2024 verrà chiuso indicativamente con 4.300 decolli e altrettanti atterraggi. “Non sono pochi ma non siamo ancora in break-even, però se in questi anni abbiamo investito è perché ci crediamo” ha aggiunto ancora alla testata bresciana.
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