
Nuove preoccupazioni si stanno facendo strada nel settore dell’aviazione, secondo l’ultimo Allianz Risk Barometer, classifica annuale sulla percezione del rischio di impresa realizzata dalla compagnia assicurativa Allianz Global Corporate & Specialty sulla base delle risposte 2.712 esperti di 94 paesi.
Per il secondo anno consecutivo, il report riscontra a livello generalizzato forti timori tra le aziende rispetto all’ insorgere di rischi informatici e di interruzioni di attività, anche per problemi nella supply chain, a cui si sono aggiunte paure più recenti legate all’imminente recessione e alla crisi energetica, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, nonché rispetto a quella che l’analisi ha chiamato la ‘permacrisi’, derivante dalle conseguenze della pandemia e dall’impatto economico e politico della guerra in Ucraina.
Il settore ‘Aviazione, aerospazio e difesa’ è tra quelli dove più si stanno facendo largo paure nuove. Tra queste innanzitutto quella relativa al sorgere di crisi politiche ed episodi di violenza, avvertita dal 34% del campione (per il comparto composto da 67 rispondenti), così come quella riguardante crisi energetiche (31%). Cala invece il timore per il cyber risk (indicato dal 30% del campione), mentre subito sotto si affacciano le ‘nuove’ preoccupazioni per variazioni nel sistema legislativo e regolatorio (27%) e per la carenza di manodopera qualificata (21%).
La percezione del rischio di impresa sta però mutando anche nel settore di logistica e trasporti. Nel comparto, sono i cambiamenti macro-economici a destare il timore più diffuso (27% del campione, composto in questo caso da 64 intervistati). Tra i timori più diffusi seguono quelli derivanti da cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (in ascesa, indicato dal 22% del totale), pari merito con i rischi informatici e con il tema nuovo della crisi energetica, intesa come fonte di carenze o interruzioni nelle forniture o di fluttuazione dei prezzi. Scende, rispetto alla rilevazione precedente, il peso dato alle possibili interruzioni di attività, percepite come un rischio reale dal 23% degli intervistati.
L’analisi offre anche uno spaccato specificamente dedicato all’Italia. Anche qui – in linea con le tendenze globali – cyber risk e interruzioni delle attività (per problemi di approvvigionamento e non solo) sono in cima alle preoccupazioni dei manager (indicati come risposte rispettivamente dal 47% e dal 37% degli interpellati, in questo caso 38 tra manager, amministratori delegati, broker assicurativi e altro ancora del settore), ma al terzo posto dell’elenco compare ora il ‘nuovo’ tema della crisi energetica (32% di risposte), seguito da quello dei cambiamenti macro-economici (programmi di austerity, inflazione), climatici e del quadro normativo e regolamentare. Altri rischi – come quelli che derivanti da catastrofi, incendi, rischi politici – sono invece ‘sentiti’ da meno del 20% del campione.
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