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Rimandata a dopo le elezioni la chiusura della partita Alitalia

Della, probabile, cessione di Alitalia se ne riparlerà dopo il voto del 4 marzo. I commissari straordinari hanno infatti ufficializzato quello in molti si aspettavano e cioè che non si può chiudere il dossier prima delle elezioni, facendo sfumare definitivamente quello che fino a qualche settimana fa era l’obiettivo del Governo. Intanto i pretendenti in […]

di Nicola Capuzzo
19 Febbraio 2018
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Della, probabile, cessione di Alitalia se ne riparlerà dopo il voto del 4 marzo. I commissari straordinari hanno infatti ufficializzato quello in molti si aspettavano e cioè che non si può chiudere il dossier prima delle elezioni, facendo sfumare definitivamente quello che fino a qualche settimana fa era l’obiettivo del Governo. Intanto i pretendenti in campo, seppur alla finestra in attesa dell’esito del voto, continuano le manovre per poter ottenere la negoziazione in esclusiva: Air France, in particolare, che viene indicata al lavoro per una maxi cordata a quattro, fa sapere che sta studiando per far restare Alitalia in Skyteam, ma senza diventarne acquirente.

Quello che è certo, al momento, è che i giochi sono ancora aperti. “I commissari mi hanno confermato che non ritengono di poter concludere prima del 4 marzo, in quanto i pretendenti di Alitalia vogliono aspettare che ci siano le elezioni. Però continuiamo a lavorare”, ha detto il ministro dello sviluppo Carlo Calenda, che ieri ha fatto il punto con Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Calenda, che già da qualche giorno si era detto “meno ottimista” sulla possibilità di chiudere, non si sbilancia sui potenziali acquirenti: “Le preferenze ci sono sulla base dei contenuti, ma non sono ancora sufficientemente definiti per prendere una decisione”, spiega il ministro, che non dice nulla nemmeno sulla cordata a quattro Air France-Delta-Easyjet-Cerberus (“Non commento le cordate”).

Intanto sulla questione è intervenuto il sindacato Usb secondo il quale per Alitalia non rimarrebbe altro che la nazionalizzazione, non la vendita, poiché le cose non andrebbero male. Secondo il sindacato di base le notizie che trapelano dagli ambienti “vicini” ai commissari straordinari da quasi un anno al lavoro per la cessione dell’ex compagnia di bandiera contraddicono il ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda e il processo di vendita della compagnia.
Per il sindacato, tutto questo “insegna quel che Usb va dicendo fin dal primo momento: che Alitalia ha tutte le potenzialità, oltre che i numeri, per recuperare il ruolo nel mercato che le compete; che la colpa dello sfascio è del management e non dei lavoratori; che qualcuno aveva già apparecchiato un bel tavolo di favore per Lufthansa; che il mercato italiano del trasporto aereo italiano è molto importante nel contesto europeo”.
“L’Unione sindacale di base – conclude la nota – torna a ribadire la necessita’ oltre che l’importanza, di nazionalizzare Alitalia. Abbiamo dimostrato che c’è la convenienza per tutto il Paese, ci sono i numeri, le competenze e gli scenari giusti per riprendersi”.

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