Quadro in “lieve miglioramento” nel 2024 per gli scambi commerciali secondo Sace
L’agenzia riscontra un miglioramento sotto il profilo dei rischi del credito a seguito del consolidamento in alcuni paesi e delle crescenti possibilità di altri
La mappa dei rischi e opportunità per l’export di Sace evidenzia per il 2024 “un lieve miglioramento nonostante le complessità del contesto”. Lo si legge nel documento con cui l’agenzia di export credit ha presentato l’ultimo report, in cui i mercati mondiali sono passati in rassegna sulla base dei rischi di tipo creditizio, politico o climatico.
Sotto il primo profilo, l’agenzia ha spiegato di rilevare note positive “da Oriente a Occidente, anche se permangono alcune attenzioni per il continente africano dove vi sono comunque mercati di opportunità per le imprese italiane, tra cui Marocco, Senegal e Costa d’Avorio”. Un miglioramento frutto “soprattutto del consolidamento di alcuni Paesi di rilievo in termini economici e demografici” quali Brasile, Messico, Emirati Arabi Uniti, India e di altri che hanno confermato le crescenti potenzialità, quali Vietnam, Arabia Saudita, Oman.
Nel complesso il quadro del rischio politico globale secondo Sace, seppur stabile, risente dell’impatto dei numerosi conflitti, mostrando un deterioramento non solo nei paesi coinvolti direttamente ma anche in mercati per i quali si teme a seguiti di un eventuale ampliamento delle tensioni (come l’Iran) o caratterizzati da un incremento delle tensioni sociali (Egitto, Tunisia), di natura etnica o territoriale (Armenia, Azerbaijan, Serbia, Kosovo, Taiwan) e di forte instabilità istituzionale (Niger, Gabon).
Infine, il rischio legato ai cambiamenti climatici, secondo l’analisi, mostra un “quadro eterogeneo tra le diverse regioni”, con livelli elevati e previsione di consistenti peggioramenti per il futuro per Africa, Asia, America centrale e parte settentrionale dell’America latina. In miglioramento invece il profilo dei paesi avanzati e del Medio Oriente, per via della validità delle strategie di investimento messe in atto dai vari governi per contrastarlo.
Entrando nel vivo dell’analisi dei paesi che presentano maggiori opportunità per l’export di prodotti italiani, il relativo indice elaborato da Sace (ovvero l’Export Opportunity Index) conferma gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi Uniti, la Spagna e l’India come i mercati dalle maggiori prospettive, seguiti da quelli di Arabia Saudita, Qatar e Cina.
“La spinta green e digital dei piani d’investimento di Washington e Madrid potrà contare sulla qualità del Made in Italy, così come le strategie di diversificazione dell’economia dei mercati mediorientali faranno crescere la domanda di beni italiani”. Più nel dettaglio, gli Usa “possono contare su un’economia in salute spinta dai consumi interni” e su politiche industriali che mirano a creare sinergie tra pubblico e privato in settori strategici, con catene di approvvigionamento ramificate “e dove le imprese italiane possono inserirsi grazie anche alla loro alta qualità”. Nonostante il ciclo in rallentamento, opportunità crescenti si creeranno per l’export di beni intermedi e di investimento italiani, specie meccanica strumentale e apparecchi elettrici, necessari per i programmi di sviluppo infrastrutturale e di trasformazione verso un’economia green.
Passando agli Emirati Arabi Uniti, Sace vi osserva una crescente domanda “specie nei settori a forte stampo Made in Italy, come tessile e abbigliamento, alimentari e bevande e meccanica strumentale”. Per quel che riguarda la Spagna, si tratta invece del paese europeo che nel 2023 ha registrato il miglior andamento e “continuerà a rimanere un mercato di punta in ottica anche dello sviluppo di infrastrutture digitali e tecnologie sostenibili”.
Anche le prospettive di crescita economica dell’India si confermano molto positive per quest’anno e per il prossimo biennio. Nelle posizioni successive l’indice colloca poi Arabia Saudita e Qatar, sulla spinta delle strategie di diversificazione rispetto alla produzione di idrocarburi. In America-Latina si segnalano il Messico, per cui l’Italia è il secondo fornitore europeo dietro alla Germania e dove è in atto il rafforzamento della manifattura locale, e Brasile, dove l’obiettivo di far diventare il Paese leader nella transizione energetica “può portare nuove opportunità per le imprese italiane”. In buona posizione si trova anche la Cina, che sconta però un rallentamento della crescita, seguita da altri due paesi asiatici ovvero Corea del Sud e Vietnam. “Due mercati molto diversi fra loro ma con un potenziale per il nostro export di beni non sempre pienamente espresso” si legge nel report. Se nel primo, infatti, sono in espansione i consumi della classe media, nel secondo, dove si segnala il progressivo e costante miglioramento del contesto operativo e l’assenza di danni ad asset riscontrati durante gli episodi di protesta verificatisi negli ultimi anni, si sta invece sviluppando sempre più il settore manifatturiero.
Tra le venti principali geografie di opportunità Sace colloca poi numerose economie vicine come Polonia, Grecia e Francia, mentre la Germania, pur rimanendo il primo mercato di sbocco delle esportazioni italiane vedrà tassi di crescita più deboli.
Leggi il report di Sace “Where to Export Map 2024: innovare per crescere”
Consulta la mappa interattiva di Sace con le opportunità per singolo paese
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