Aeroporto Parma 2018-2023: dal Ministero dell’ambiente ok al cargo
La stampa locale parmense riporta la notizia che da alcuni giorni è possibile presentare delle osservazioni alla Valutazione di impatto ambientale del piano di sviluppo aeroportuale 2018-2023 dello scalo Giuseppe Verdi. Si tratta di un approfondito studio sulle ricadute attese a seguito della trasformazione dell’aeroporto di Parma in hub per il trasporto delle merci. Analizzando […]
La stampa locale parmense riporta la notizia che da alcuni giorni è possibile presentare delle osservazioni alla Valutazione di impatto ambientale del piano di sviluppo aeroportuale 2018-2023 dello scalo Giuseppe Verdi. Si tratta di un approfondito studio sulle ricadute attese a seguito della trasformazione dell’aeroporto di Parma in hub per il trasporto delle merci.
Analizzando in primis il calo dei passeggeri trasportati, lo studio sottolinea l’area geografica e il giro economico di riferimento delle province di Reggio Emilia, La Spezia, Modena, Lodi, Piacenza, Cremona, Mantova e Parma. Per quanto riguarda la domanda di traffico potenziale per la componente cargo considera la rete viaria territoriale attuale e in programmazione nel breve termine (ad esempio autostrada Cispadana) e un tempo di percorrenza pari a tre ore. Considerando quindi un raggio di 250 km dall’aeroporto di Parma, in tale area si concentrano il 74,5% delle esportazioni italiane, il 59% del Pil e i sei principali distretti industriali specializzati per una media di 71,7 imprese ogni mille abitanti.
“Rispetto a tale condizione appare evidente come la posizione geografica dell’aeroporto sia ideale per la movimentazione di merci. Analizzando i dati annuali delle merci movimentate dall’aeroporto di Malpensa (550mila tonnellate/anno), circa 50mila tonnellate hanno origine da un’area compresa entro meno di 30 km da Parma. A queste si aggiungono circa 20mila tonnellate/anno movimentate via avio-camionato in un’area entro i 130 km dallo scalo parmense” si legge nell’analisi.
Considerati questi elementi, le previsioni di traffico definite dal gestore aeroportuale (Sogeap) evidenziano un volume di traffico commerciale entro il 2023 di circa 200mila passeggeri/anno, 22mila circa tonnellate/anno di merce e 3.500 operazioni di volo.
Prospettive raggiungibili, è sottolineato, rimediando a fattori di debolezza come è principalmente la limitatezza della pista di volo, inadatta all’operatività di aeromobili merci quali Airbus A330-200 o Boeing 777-200.
Allo stato attuale i flussi trasportistici merci che trovano origine nel bacino di utenza dell’aeroporto di Parma “sono indirizzati necessariamente verso altri scali aeroportuali nazionali attraverso la rete autostradale territoriale, incrementando così il tempo di trasferimento, il numero e la tipologia di mezzi impiegati e, di conseguenza, gli effetti sull’ambiente che derivano da tale modello gestionale di rete” è scritto nel documento del Ministero dell’Ambiente.
Oltre a prevedere anche operazioni di traffico in sinergia con l’aeroporto di Bologna, la Valutazione di impatto ambientale sul nuovo progetto di sviluppo dell’aeroporto di Parma nel settore cargo sostiene che tutti questi fattori “concorrono ad avvalorare la corretta scelta della nuova configurazione in esame poiché essa non inficia sullo stato della salute umana legata all’inquinamento atmosferico e acustico”.
Leggi l’articolo completo sull’edizione di Parma di Repubblica
Leggi la documentazione pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente relativa al progetto “Aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma. Piano di sviluppo aeroportuale 2023″