Novembre senza peak season: spedizioni aeree a -1,2% (rispetto a ottobre)
Quello appena concluso è stato un novembre fuori dagli schemi per il settore delle spedizioni aeree, perlomeno secondo le rilevazioni di Clive Data Service. Nel mese non solo infatti non si sono riscontrati i segni della peak season, ma addirittura si è osservato un calo dei volumi dell’1,2% rispetto a quelli registrati in ottobre, mentre […]
Quello appena concluso è stato un novembre fuori dagli schemi per il settore delle spedizioni aeree, perlomeno secondo le rilevazioni di Clive Data Service.
Nel mese non solo infatti non si sono riscontrati i segni della peak season, ma addirittura si è osservato un calo dei volumi dell’1,2% rispetto a quelli registrati in ottobre, mentre parallelamente la capacità è aumentata dello 0,5% e il livello dei noli è salito, sempre nel confronto mese su mese, dell’8%. In rapporto allo stesso mese del 2019, novembre è stato invece caratterizzato da volumi inferiori del 3%, mentre le tariffe risultano più elevate del 159% e la disponibilità di stiva più bassa del 12%: fattori che, combinati, hanno fatto sì che il dynamic load factor (misurato considerando sia il peso che il volume delle merci spedite) si sia assestato sul 66%.
La società di analisi ha inoltre osservato che sulle rotte tra Europa e Nord America, mettendo a confronto l’ultima settimana di ottobre con la terza di novembre, si nota un calo della capacità del 7,3% e un load factor in aumento all’86%, con un incremento dei noli del 10%. La conclusione di Clive è che “ogni speranza che la riapertura delle rotte transatlantiche potesse offrire sollievo alla spedizioni cargo è stata spazzata via dai volumi crescenti dei bagagli dei passeggeri”.
“Solitamente ci aspetteremmo che i volumi di novembre siano superiori a quelli di ottobre” ha commentato Niall van de Wouw, amministratore delegato di Clive, evidenziando che invece già “alla fine di ottobre abbiamo iniziato a vedere la crescita rallentare”. Il load factor globale per novembre è stato inoltre inferiore del 2% rispetto a quello di ottobre. Una dinamica che secondo van de Wouw si spiega “quasi certamente” con il fatto che le merci non riescono a essere gestite in modo efficiente dal sistema, in particolare negli Usa dove la carenza di manodopera sta creando problemi di congestione aeroportuale, testimoniati anche da vari filmati girati negli aeroporti che mostrano “innumerevoli pallet e container in attesa sull’asfalto”.
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