Non solo buio per il cargo aereo
Mentre il mondo si è fermato nel tentativo di arginare la pandemia di coronavirus, IATA ha dedicato un intervento al ruolo che il settore delle spedizioni aeree sta ricoprendo in questo momento delicato, sia per mostrare quale sia la sua importanza, sia per lanciare dei seganli di speranza agli operatori. Cominciando con un dato: in […]
Mentre il mondo si è fermato nel tentativo di arginare la pandemia di coronavirus, IATA ha dedicato un intervento al ruolo che il settore delle spedizioni aeree sta ricoprendo in questo momento delicato, sia per mostrare quale sia la sua importanza, sia per lanciare dei seganli di speranza agli operatori.
Cominciando con un dato: in queste settimane i voli globali sono calati del 90%, ma quel 10% ancora attivo è più importante che mai. Secondo Eamonn Brennan di Eurocontrol (organizzazione di Stati europei e limitrofi che si propone di sviluppare un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo), nel 2019 in questa stessa fase dell’anno i voli cargo contavano per il 3-4% del traffico, mentre ora la quota è salita a circa il 20%, senza contare il voli passeggeri ora utilizzati solo per il trasporto di merci.
Quale sia l’importanza del settore in questa fase è ormai chiaro a molti: IATA ricorda sia i moltissimi casi in cui le spedizioni aeree si stanno rendendo necessarie per assicurare approvvigionamenti di materiale sanitario (o di personale medico), la reattività mostrata con la conversione di voli passeggeri in ‘passenger-freighter’, ma anche il ruolo fondamentale svolto per il rimpatrio di cittadini da varie parti del mondo.
L’associazione ha espresso in particolare il suo grazie agli scali che come Schnipol stanno lavorando per dare la priorità, nell’assegnazione degli slot, alle tratte cargo, alla Commissione Europea per la pubblicazione delle sue linee guida per semplificare le operazioni durante l’emergenza Covid-19, e ai vari governi e dogane del mondo che lavorano per assicurare il fluire della supply chain.
Dopo avere infine ricordato il ruolo della digitalizzazione, che sta permettendo anche al settore di funzionare (in particolare viene citato il programma One Record della stessa associazione), IATA ha concluso però il suo intervento ricordando che “il 35% del commercio internazionale (per valore) avviene per via aerea, più della metà dei turisti internazionali viaggia in aereo e ogni lavoro nel settore contribuisce a sostenerne 24 in più nell’economia in generale”. Inoltre “i rapidi collegamenti tra le città sono essenziali per l’economia moderna” ma anche per quelle dei paesi in via di sviluppo, ad esempio per il trasporto di “prodotti ortofrutticoli freschi e per il turismo”. E quindi, “anche se la tecnologia può fornirci molte soluzioni per comunicare con gli altri”, “bramiamo la libertà di muoverci e di interagire con gli altri, sia a livello personale che professionale”.
Leggi l’intervento di IATA
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