Msc su Ita Airways: le reazioni di esperti e studiosi
L’interesse di Msc a rilevare una quota di maggioranza di Ita Airways (insieme a Lufthansa) è stato visto con favore da diversi esperti del settore dei trasporti che da anni seguono le vicende della ex Alitalia. Tra questi c’è senz’altro Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni, che su Formiche.net ha descritto il suo eventuale passaggio […]
L’interesse di Msc a rilevare una quota di maggioranza di Ita Airways (insieme a Lufthansa) è stato visto con favore da diversi esperti del settore dei trasporti che da anni seguono le vicende della ex Alitalia.
Tra questi c’è senz’altro Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni, che su Formiche.net ha descritto il suo eventuale passaggio al gruppo guidato e fondato da Gianluigi Aponte come una “vera privatizzazione, non come quella del 2008-2009 che prolungò l’agonia della compagnia aerea italiana” e quindi decisamente auspicabile dato che, come evidenziato dagli stessi vertici aziendali del vettore, ” la strategia stand alone non aveva nessuna possibilità di essere sviluppata”. Resta, sull’esito dell’operazione, l’ombra delle eventuali contromosse di politica e sindacati, che secondo l’economista non dovranno “bloccare un’operazione che è di mercato”.
Si sono spinti oltre, immaginando già sinergie e possibili sviluppi, invece Ennio Cascetta e Vittorio Marzano in un intervento riportato sul Sole24Ore.
I due esperti – il primo con un lungo cv di incarichi presso enti pubblici, tra cui varie entità ministeriali, e di docenza, il secondo professore presso l’Università Federico II di Napoli – hanno in primis chiarito di considerare preferibile uno scenario in cui Msc assuma un ruolo forte e non da sleeping partner (come peraltro nelle intenzioni dello stesso gruppo elvetico, stando a quanto dichiarato da Aponte al Corriere).
Nel dettaglio secondo Cascetta e Marzano una Ita Airways con Msc come socio forte potrebbe realizzare sinergie anche nel cargo aereo al servizio dell’economia nazionale, che in parte si fonda sulle esportazioni di fascia medio-alta. Una situazione che invece non si potrebbe verificare ipotizzando una fusione pura con altre grandi compagnie aeree, che tenderebbero invece a mantenere la gestione dei voli intercontinentali (su cui viaggiano le merci in export) dai propri hub.
Il caso opposto offrirebbe la possibilità di integrare nella rete di Ita le attività di Msc quale primo vettore container al mondo, quelle delle controllate Medlog e Medway, rispettivamente operatore logistico e impresa ferroviaria, così come quelle dei vari terminal portuali italiani. Lo stesso ovviamente potrebbe avvenire dal lato passeggeri, immaginando una integrazione delle attività di Ita con quelle di Msc Crociere e dei terminal crocieristici del gruppo.
Positivo infine, prevedibilmente, il giudizio sulla operazione da parte di Alessandro Albertini, presidente di Anama, che la considera “una grande opportunità per sviluppare finalmente il settore cargo aereo”. In particolare Albertini ha detto di vedere opportunità non solo per Malpensa, ideale hub per il traffico merci di Ita, ma anche per scali minori che siano anche porti nei quali Msc è presente con le sue navi da crociera. Secondo il presidente di Anama, l’avvio o il potenziamento di collegamenti passeggeri verso ad esempio scali quali Genova, Venezia o Roma (e il porto di Civitavecchia) porterebbe allo sviluppo del traffico cargo di in particolare di tipo belly.
Nel frattempo, l’analisi della offerta del gruppo di Aponte starebbe per entrare nel vivo, anche se probabilmente non alle condizioni sperate dalla stessa Msc.
Secondo quanto riportato da Repubblica, nel Consiglio dei Ministri che si è tenuto lunedì è stata letta una nota ufficiale dei tecnici del ministero dell’Economia in cui questi chiedono una procedura aperta per la privatizzazione di Ita Airways. La richiesta di Msc di avere accesso esclusivo alla data room e una trattativa riservata per 90 giorni sarebbe quindi destinata a non essere soddisfatta. A sostegno della loro posizione i tecnici avrebbero citato in particolare il decreto 332 del 1994 (e successive modificazioni) che regola le privatizzazioni. Considerato che alla sua elaborazione aveva contribuito anche il premier Mario Draghi nelle vesti di allora direttore generale dello stesso dicastero, la testata romana ritiene improbabile che le sue prescrizioni possano ora essere ignorate.
Sul punto, indiscrezioni riportate da Reuters riferiscono inoltre che il Ministero dell’Economia avrebbe anzi già allo studio un decreto per dettagliare le condizioni della cessione delle sue quote di Ita “secondo una procedura aperta”.
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