Maxi tagli per Lufthansa, Emirates e non solo
L’industria del trasporto aereo si sta preparando a un doloroso quanto consistente sfrondamento della sua forza lavoro. Sono diverse le compagnie che hanno infatti già annunciato di voler ridurre il numero di addetti in modo significativo, e tra queste spicca innanzitutto Lufthansa. Mentre si prepara ad accogliere nel suo azionariato lo Stato tedesco (con una […]
L’industria del trasporto aereo si sta preparando a un doloroso quanto consistente sfrondamento della sua forza lavoro. Sono diverse le compagnie che hanno infatti già annunciato di voler ridurre il numero di addetti in modo significativo, e tra queste spicca innanzitutto Lufthansa.
Mentre si prepara ad accogliere nel suo azionariato lo Stato tedesco (con una quota del 20%, a fronte di un’iniezione di capitale per 9 miliardi di euro), il vettore sta infatti predisponendo un piano (che conta di far approvare il 22 giugno dai sindacati e all’assemblea straordinaria dei soci il 25) in cui prevede tagli, “probabilmente permanenti”, per “22mila posizioni a tempo pieno”, in “tutti i segmenti di business” e in “quasi tutte le compagnie del gruppo”, e per la metà in Germania.
Nel dettaglio, la sua divisione operativa dovrebbe perdere circa 5.000 unità (tra cui 600 piloti e 1.500 operatori dello staff di terra), mentre la forza lavoro della divisione Lufthansa Cargo sarà ridotta di 500 addetti. Altri 1.400 licenziamenti riguarderanno gli uffici della compagnia e infine Lufthansa Technik (che offre attività di manutenzione e riparazione), che vedrà tagliati 4.500 posti di lavoro.
Anche le compagnie controllate saranno toccate dalle riduzioni del personale: tra loro Eurowings (300 posti), Austrian Airlines (1.100) e Brussels Airlines (1.000).
Nei giorni scorsi erano emersi anche alcuni rumors secondo i quali il gruppo avrebbe intenzione di cedere alcune attività per fare cassa. Secondo la testata CargoForwarder la divisione cargo dovrebbe però essere al riparo da queste ipotesi, sia perché la sua attività è fiorita durante il lockdown, sia perché le spedizioni merci non potrebbero funzionare come entità separata, cioè se non potessero avvalersi del network globale e integrato del gruppo, comprensivo della capacità belly dei voli passeggeri.
Lufthansa comunque non sarà il solo gruppo interessato da tagli massicci.
Insieme a lei ci sarà infatti Emirates, che taglierà i posti di lavoro di 600 piloti normalmente impiegati a bordo degli A380 della flotta e di circa 7.000 membri dell’equipaggio (un’altra quota del personale resterà inoltre a stipendio ridotto fino a settembre almeno).
Tra le compagnie europee alle prese con riduzioni della forza lavoro ci saranno inoltre, secondo il riassunto di EuroNews, British Airways, che a fine aprile aveva parlato di tagli di un massimo di 12.000 addetti (su un totale di 42.000), le low cost EasyJet e RyanAir (rispettivamente 4.500 e 3.000), Virgin Atlantic (3.000) e Scandinavia Airlines (che prevede di eliminare in via definitiva 5.000 posti di lavoro, ovvero la metà del totale).
Rimanendo sempre nell’ambito dell’industria aerea, tagli ‘di massa’ sono stati previsti anche da Airbus, che conta di rinunciare a un massimo di 10.000 addetti, comprendendo anche i suoi stabilimenti in Inghilterra, dato che conta di ridurre la produzione di aeromobili di circa un terzo.
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