Maxi ricavi dal cargo per le compagnie aeree nel 2020 e 2021
L’ “anno peggiore del settore dell’aviazione” dal punto di vista economico – definizione data da IATA al 2020 – non sarà tale sul fronte dei ricavi derivanti dalle spedizioni di merci. Anzi. L’associazione ha diffuso il suo outlook finanziario per l’anno in corso, che sarà caratterizzato da un crollo del 50% dei ricavi complessivi (che […]
L’ “anno peggiore del settore dell’aviazione” dal punto di vista economico – definizione data da IATA al 2020 – non sarà tale sul fronte dei ricavi derivanti dalle spedizioni di merci. Anzi.
L’associazione ha diffuso il suo outlook finanziario per l’anno in corso, che sarà caratterizzato da un crollo del 50% dei ricavi complessivi (che globalmente scenderanno da 838 a 419 miliardi di dollari), mentre le perdite ammonteranno a 84,3 miliardi. La situazione migliorerà nel 2021, quando il volume d’affari crescerà secondo le previsioni a 598 miliardi, e le perdite annue saranno pari a 15,8 miliardi. “In media, ogni giorno di quest’anno aggiungerà 230 milioni di dollari alle perdite del settore” ha commentato Alexandre de Juniac, amministratore delegato e direttore generale di IATA.
Se la domanda dal lato dei passeggeri “è evaporata”, splende però il sole sul segmento merci.
Nel complesso, rispetto al 2019 quest’anno si avrà un calo nei volumi di 10,3 milioni di tonnellate, per un valore finale di 51 milioni di tonnellate movimentate. La scarsa disponibilità di stiva, dovuta al venire meno della capacità belly dei voli passeggeri, porterà però i noli a una crescita del 30%, con un conseguente maxi incremento dei ricavi, che dai 102,4 miliardi del 2019 saliranno a 110,8 miliardi, andando a rappresentare una fetta pari al 26% del volume d’affari del settore (dal 12% del 2019).
Ma ancora meglio andrà nel 2021. I ricavi globali derivanti dalle spedizioni merci cresceranno fino a toccare la cifra record di 138 miliardi di dollari (+25% sul 2020) e continueranno a rappresentare una quota importante del totale dell’industria (circa il 23%, ovvero il doppio di quello che è stato ‘storicamente’ il loro peso).
Riguardo il 2022, IATA si è invece espressa solo a livello generale, indicando che la ripresa per l’industria sarà “lenta e difficile”, si presume in maniera maggiore per gli operatori attivi solo o in parte nel trasporto passeggeri. Sulle compagnie, secondo l’associazione, peseranno in particolare fattori come alti livelli di indebitamento, maggiori difficoltà operative legate ai nuovi standard di distanziamento sociale e la recessione globale.
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