Lufthansa propone solo un’alleanza commerciale per salvare Alitalia
Lufthansa si mostra sempre più prudente sul dossier Alitalia e propone di iniziare con una partnership commerciale invece che parlare di acquisizione. Il vettore tedesco ritiene che una forte partnership commerciale sia molto più risolutiva di un investimento una tantum, per il quale il management della compagnia attualmente ritiene non esistano le condizioni, considerato il […]
Lufthansa si mostra sempre più prudente sul dossier Alitalia e propone di iniziare con una partnership commerciale invece che parlare di acquisizione.
Il vettore tedesco ritiene che una forte partnership commerciale sia molto più risolutiva di un investimento una tantum, per il quale il management della compagnia attualmente ritiene non esistano le condizioni, considerato il complesso scenario attuale di Alitalia.
Lo ha affermato Joerg Eberhardt, rappresentante di Lufthansa, nel corso dell’audizione tenuta presso la IX Commissione Trasporti della Camera, che ha anticipato i suoi lavori proprio per tenere un ciclo di audizioni sul complesso problema.
Eberhart è stato molto esauriente ed esplicito, confermando comunque l’interesse del gruppo tedesco sia per un marchio che rimane prestigioso come Alitalia che per il mercato di riferimento. Lufthansa non ritiene di potersi impegnare in un investimento che comporti un esborso finanziario per l’impossibilità di trovare interlocutori validi e un quadro complessivo di riferimento che dia le necessarie certezze. Il rappresentante di Lufthansa ha sottolineato che finora la compagnia ha avviato, sia con il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (che fungeva da capocordata) che con gli altri partner solo dei colloqui esplorativi, senza mai impegnarsi in trattative esplicite. La partnership commerciale consentirebbe a Lufthansa di acquisire le necessarie conoscenze del sistema Alitalia in tutti i suoi aspetti e avviare quiandi le necessarie azioni per rimettere in utile l’azienda.
Eberhart ha confwrmato l’opinione che “un risanamento profondo di Alitalia è inevitabile”, ma oggi come oggi è impossibile fissare quali possano essere i punti di caduta, sia in termini di riduzioni dei voli che, soprattutto, di riduzione del personale. Secondo Eberhardt, Lufthansa punta a ridurre i costi innanzitutto aumentando il numero dei voli e quindi anche l’impegnao del personale. Attraverso tutta una serie di sinergie e l’adozione di misure frutto anche dell’utilizzo di nuove tecnologie (ad esempio, l’uso di una nuova vernice per i velicoli che consente un risparmio energetico di circa l’1%), Lufthansa stima che si possa garantire ad Alitalia un fatturato di 100 milioni di euro in più rispetto all’attuale.
Il manager di Lufthansa ha poi smentito tutte le critiche avanzate anche da alcuni commissari riguardo al fatto che il gruppo tedesco finirebbe per avere un ruolo assolutamente preponderante nella partnership senza lasciare una vera autonomia ad Alitalia. Eberhardt ha spiegato che Lufthansa ha tutto l’interesse a sviluppare autonomamente tutte le attività di Alitalia, senza alcuna presunta “sudditanza” a Francoforte o Monaco, sulla scia di quanto già avvenuto con le acquisizioni delle compegnie aeree di Svizzera ed Austria, che oggi svolgono un ruolo estremamente positivo a vantaggio dell’intero gruppo, con trasferimento di responsabilità e una gestione interamente collegiale.
Eberhardt è stato molto epslicito anche nel dire che Malpensa attualmente non è un hub (come non lo è Berlino) perché mancano gli apporti dei voli di feederaggio (che sono dirottati in gran parte su Linate), mentre un hub importante è sicuramente Fiumicino che, grazie anche alla sua elevata produttività e qualità dei suoi servizi, rappresenta un tassello importante nella strategia di espansione di Lufthansa nel Sud Europa.
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