Lufthansa, Meloni, i piloti: le voci critiche alla scelta del Mef su Ita
“Dal nostro punto di vista, la nostra offerta congiunta con Msc era e continua ad essere la soluzione migliore per Ita. Prendiamo atto della decisione del Governo italiano di intraprendere una strada che consenta una maggiore influenza dello Stato e non preveda una completa privatizzazione di Ita”. Questa la dichiarazione rilasciata da Lufthansa (dal gruppo […]
“Dal nostro punto di vista, la nostra offerta congiunta con Msc era e continua ad essere la soluzione migliore per Ita. Prendiamo atto della decisione del Governo italiano di intraprendere una strada che consenta una maggiore influenza dello Stato e non preveda una completa privatizzazione di Ita”.
Questa la dichiarazione rilasciata da Lufthansa (dal gruppo guidato da Gianluigi Aponte, mediaticamente di solito piuttosto riservato, non sono invece arrivati commenti) a poche ore dall’annuncio del Mef di avere preferito, per la cessione della maggioranza di Ita Airways, la cordata Certares-Delta-Air France-Klm. Frasi dalle quali pare di intuire che, come già evidenziato dalle indiscrezioni riportate ieri, a far pendere la bilancia a favore della alleanza franco-statunitense-olandese siano state le diverse quote assegnate agli azionisti privati e pubblici dalle due proposte.
Il vettore tedesco ha anche aggiunto: “Anche senza una collaborazione con Ita, il Gruppo Lufthansa mantiene un ottimo posizionamento sul mercato italiano. Con la nostra compagnia aerea italiana Air Dolomiti e con tutti i nostri marchi aerei abbiamo già una forte presenza, con circa 4 milioni di passeggeri e oltre 130 partenze giornaliere da 21 destinazioni. Continueremo ad ampliare questo posizionamento con le nostre forze e a sviluppare ulteriormente la nostra offerta per offrire il miglior servizio ai nostri clienti e passeggeri italiani”.
Quella di Lufthansa non è stata però l’unica voce critica che si è levata dopo l’annuncio a sorpresa di ieri mattina. La più pesante, inevitabilmente, è quella di Giorgia Meloni, data da molti come la probabile nuova premier che verrà indicata dopo le elezioni politiche del 25 settembre e in ogni caso al momento alla guida della coalizione di centro-destra in testa ai sondaggi, che pare intenzionata a fermare l’operazione (Draghi, secondo i rumors, punterebbe alla firma di un accordo – non è chiaro quanto vincolante – entro il 10 settembre).
“Non conosco bene il dossier Ita, leggo che c’è stata un’accelerazione, ritengo che l’attuale governo non dovesse andare avanti su una materia così strategica” ha dichiarato Meloni. “Non capisco perché il governo italiano abbia scelto invece di andare avanti, senza aspettare il prossimo governo. Ma ritengo che abbiamo speso miliardi sulla nostra compagnia di bandiera, e poi a un certo punto abbiamo buttato il bambino con l’acqua sporca e adesso lo consegniamo di fatto a fondi stranieri”.
Perplessa sulla decisione del Mef anche il sindacato del personale navigante, l’Anpac, per il quale questa “sorprende perché industrialmente l’offerta più solida per il futuro sembrava quella di Msc e Lufthansa”, come riportato dal Sole 24 Ore.
“Chiederemo un incontro al Governo ed ai diretti interessati per comprendere il piano industriale della cordata su cui il Governo ha orientato la propria scelta” ha invece affermato la Filt Cgil, che invece valuta come “positivo” il fatto che “il Governo, come da noi sostenuto, abbia deciso che lo Stato italiano debba mantenere una presenza come azionista di riferimento che sia garanzia occupazionale e dello sviluppo industriale del trasporto aereo italiano”.
La partita, in ogni caso, non sembra ancora chiusa, tanto che lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze in chiusura della sua nota aveva evidenziato che “si procederà alla sottoscrizione di accordi vincolanti solo in presenza di contenuti pienamente soddisfacenti per l’azionista pubblico “.
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