Lo strano mese di marzo del cargo aereo secondo Iata
Attesissime, sono finalmente arrivate le statistiche di IATA sul traffico aereo durante lo scorso marzo. Il mese più singolare della storia del settore è stato caratterizzato da un forte calo della domanda, pari al -15,2% in termini di cargo tonne kilometers (il parametro che l’associazione utilizza da gennaio in luogo dei FTK, per evidenziare che […]
Attesissime, sono finalmente arrivate le statistiche di IATA sul traffico aereo durante lo scorso marzo. Il mese più singolare della storia del settore è stato caratterizzato da un forte calo della domanda, pari al -15,2% in termini di cargo tonne kilometers (il parametro che l’associazione utilizza da gennaio in luogo dei FTK, per evidenziare che viene inclusa nel conteggio anche la posta), ma da un calo ancora più grande sul fronte della capacità, il 22,7% in ACTK (available cargo tonne kilometers). In particolare quella belly si è contratta del 43,7% rispetto a un anno prima, mentre quella messa a disposizione da mezzi freighter è aumentata del 6,2%.
Una combinazione che ha fatto sì che nel mese il load factor sia cresciuto in media di 4,8 punti percentuali (attestandosi sul 54,5%), e che ha portato Alexandre de Juniac, amministratore delegato e presidente dell’associazione, a dichiarare: “Al momento non abbiamo abbastanza capacità per rispondere alla domanda”. Secondo de Juniac, quella per spedizioni di prodotti farmaceutici in particolare è “raddoppiata”.
Guardando nel dettaglio al solo mercato europeo, si vede come il calo dei volumi sia stato superiore alla media globale (-18,8%); i lockdown in particolare hanno fatto crollare la domanda di trasporto continentale (-32,6%). Ma anche il calo della capacità ha colpito in modo più forte, arrivando al -27.6%, e quindi portando anche un maggior incremento del load factor, cresciuto di 7,1 punti percentuali e attestatosi al 65,1%.
Il gap tra capacità e domanda sarà però solo temporaneo. Secondo IATA la crisi economica che ci attende deprimerà infatti ulteriormente la domanda. Il PMI (Purchasing Managers’ Index, che considera le valutazioni dei responsabili acquisti aziendali) è risalito leggermente in marzo per via del miglior andamento della Cina, ma al netto di questo contributo l’indicatore ha raggiunto il risultato peggiore dal maggio 2009. Secondo il WTO, lo scenario più ottimistico è quello di un calo degli scambi commerciali globali del 13% nel 2020, quello pessimistico fa arrivare il decremento al -32%.
Nel frattempo, fintanto che permane lo squilibrio, secondo il numero uno di IATA è però necessario che i governi si attivino con interventi che possano rendere più fluida la supply chain del trasporto aereo. La richiesta di de Juniac in particolare è che si proceda con la sburocratizzazione delle operazioni necessarie per il noleggio di mezzi, che gli equipaggi vengano esentati dalle norme sulla quarantena imposte al resto della popolazione e che si faccia in modo che le operazioni cargo possano disporre di staff e di strutture adeguate.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI AIR CARGO ITALY