Lo spedizioniere protesta per la spedizione aerea scomparsa
Nell’area della digitalizzazione e del track&trace è ancora possibile che si perdano le tracce di una partita di merci spedita vi aerea. A qualcuno potrà sembrare incredibile ma la risposta è si e lo testimonia lo sfogo pubblico di Mariano Scollo, airfreight manager della società di spedizioni Albini & Pitigliani Spa, protagonista suo malgrado di […]
Nell’area della digitalizzazione e del track&trace è ancora possibile che si perdano le tracce di una partita di merci spedita vi aerea. A qualcuno potrà sembrare incredibile ma la risposta è si e lo testimonia lo sfogo pubblico di Mariano Scollo, airfreight manager della società di spedizioni Albini & Pitigliani Spa, protagonista suo malgrado di una vicenda che sembra riportare la lancetta dell’orologio molti anni indietro in tema di tecnologia.
Il responsabile cargo aereo della casa di spedizioni di Prato ha raccontato in un post su LinkedIn un caso emblematico, tuttora non risolto, di un pacco (complessivi 4 pallet aerei) non arrivato a destinazione nonostante i sistemi di tracciamento digitale lo dessero addirittura come già sdoganato.
Protagonista del trasporto aereo fantasma è Lufthansa Cargo con due spedizioni distinte (per due diverse Airway Bill), entrambe prenotate sul volo SN/501 Bruxelles – New York Jfk lo scorso 19 novembre (precisamente, la prima era stata inizialmente prenotata su un volo fissato per il 15 novembre, poi cancellato). Entrambe le partite, come accennato sopra, riguardavano 2 pallet aerei (ognuna per 20 metri cubi), di cui nei giorni scorsi si sono perse le tracce.
“Il personale di Lufthansa Cargo qui in Europa (commerciali, servizio clienti, responsabile di area) era sicuro che la merce fosse a Jfk. Il personale di Lufthansa Cargo e quello della società di handling a New York ci hanno scritto più volte che il volo non era mai arrivato al Jfk” racconta Scollo. Nel frattempo “i sistemi di tracciamento di Lufthansa Cargo mostravano che le spedizioni erano in Jfk, già passate dalla dogana statunitense”. In realtà, ha poi ricostruito lo stesso spedizioniere, l’aereo, pieno di merci in stiva, è fermo a Dublino per problemi tecnici.
Insomma, non solo un caso di disservizio (“transit time di tre settimane, noli folli, merce che probabilmente arriverà danneggiata, troppo tardi per lo shopping natalizio”) ma anche di clamoroso fallimento dei sistemi di tracciamento digitale. “È chiaro che non hanno alcun tipo di controllo, vogliono dare assistenza e informazioni stando seduti dietro al computer, ma non sono stati in grado di risolvere rapidamente questo problema, grosso e imbarazzante” ha aggiunto il responsabile cargo aereo di Albini e Pitigliani. Per il quale quindi “la digitalizzazione (termine tanto di moda in questo periodo) crea solo problemi se non funziona come dovrebbe. L’uomo non può essere sostituito, credo sia evidente. Purtroppo Lufthansa Cargo, così come molte altre compagnie aeree, sta investendo solo su questo”.