Le richieste di Assohandlers al Governo italiano
La seguente intervista a Simone Marini, presidente di Assohandlers, è inserita nell’inserto “Il cargo negli aeroporti italiani“ appena pubblicato da AIR CARGO ITALY. Conosciamo meglio Assohandlers: quante e quali aziende aderiscono alla vostra associazione? “Attualmente aderiscono ad Assohandlers quindici società, di cui sette svolgono esclusivamente attività cargo. Quest’ultime appartengono ai gruppi Alha, BCube, XPress e Fast Freight Marconi.” […]
La seguente intervista a Simone Marini, presidente di Assohandlers, è inserita nell’inserto “Il cargo negli aeroporti italiani“ appena pubblicato da AIR CARGO ITALY.
Conosciamo meglio Assohandlers: quante e quali aziende aderiscono alla vostra associazione?
“Attualmente aderiscono ad Assohandlers quindici società, di cui sette svolgono esclusivamente attività cargo. Quest’ultime appartengono ai gruppi Alha, BCube, XPress e Fast Freight Marconi.”
Quale è la presenza geografica e la rappresentatività di Assohandlers negli aeroporti italiani?
“Assohandlers è presente nella maggior parte degli aeroporti italiani e rappresenta le maggiori aziende che svolgono attività di handling. I dipendenti delle aziende associate sono circa 6.500, di cui 1.200 occupati nelle attività solo cargo.”
Quali sono ad oggi le maggiori criticità con cui sono costretti a dover fare i conti gli handler aeroportuali nel settore cargo?
“Cinque sono in particolare le criticità.
Primo. Attuale congelamento del regolamento SUDOCO. Di fatto l’attuale Sportello Unico Doganale risponde solo parzialmente alle esigenze del mercato. A fronte di una organizzazione moderna della Agenzia delle Dogane, manca ancora un effettivo coordinamento tra tutti gli enti preposti ai controlli sulle merci: enti che hanno orari di operatività limitati e diversi tra loro, spesso carenti del numero necessario di funzionari.
Secondo. Ancora oggi si deve far ricorso in maniera massiva al supporto cartaceo. Laddove si dispone di dati per via informatica (vedi fascicolo elettronico)- non è prevista una interoperabilità dei vari sistemi, il che rallenta il processo di informatizzazione a livello generale.
Terzo. Vincoli che creano forti rallentamenti nel trasferimento merci allo stato estero dai magazzini aeroportuali ai magazzini di seconda linea.
Quarto. I dati statistici a disposizione sono colpevolmente mancanti: ne consegue un forte rallentamento nell’allestimento preventivo di adeguate infrastrutture per la gestione delle merci, soprattutto, ma non solo, quelle speciali.
Quinto: Buona parte della normativa doganale non è stata aggiornata a seguito dell’informatizzazione dei processi: si tende a una completa trasmissione di flussi di dati ma rimane il presidio della Guardia di Finanza.”
Quali le soluzioni proposte da Assohandlers relativamente alle criticità esistenti?
“Primo. Necessità di un sostegno politico per l’approvazione del regolamento SUDOCO.
Secondo. Sviluppo di cargo community system aeroportuali interoperabili con il sistema delle Dogane secondo il modello organizzativo applicato nei porti.
Terzo. Supportare a tutti i livelli la Dogana nella autorizzazione applicativa del nuovo disciplinare per i Fast Corridor in corso di elaborazione; insistere per l’abolizione della targa sui documenti T1 sostituendoli con il numero di LTA.
Quarto. Concentrare in unica fonte i dati relativi al traffico aereo.
Quinto. Trasformare la supervisione della Guardia di Finanza da presidio a vigilanza dinamica, con una maggiore ottimizzazione delle risorse delle Fiamme Gialle.”
Quali prospettive di business vede Assohandlers per il futuro del cargo aereo in Italia?
“Al di là del momento contingente non particolarmente favorevole (ripiegamento del PIL, calo delle esportazioni, spettro di un inasprimento dei dazi, cristallizzazione dell’indice inflattivo) tutto dipenderà dall’attenzione che l’esecutivo darà all’importanza della rete logistica italiana, alla necessaria inclusione degli aeroporti nel sistema di collegamenti intermodali con porti, interporti e rete ferroviaria, al destino di Alitalia che, se rinvigorita, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale per riportare l’Italia ad essere protagonista nel transito delle merci nel Sud Europa e nel Nord Africa. Gli handler cargo stanno facendo il loro dovere investendo nella modernizzazione e implementazione di attrezzature e infrastrutture, senza peraltro alcun incentivo di natura economica, ma la loro azione deve essere supportata da una politica attenta alla promozione del prodotto cargo aereo, a una corretta distribuzione degli investimenti pubblici, a una modernizzazione della legislazione vigente e allo sviluppo dell’accessibilità agli aeroporti ritenuti strategici. Per invertire l’attuale contingenza negativa di un 2018 dai risultati non particolarmente brillanti.”
Una (o più) richieste da rivolgere al Governo e al Ministero dei Trasporti?
“Proseguire con il tavolo tecnico istituito presso il Mit partendo dal position paper da esso elaborato che non è un documento politico ma il frutto di una sintesi delle esigenze espresse e inespresse degli operatori della filiera del cargo aereo. Più in generale si rende assolutamente necessario chiamare tutti i soggetti che incidono nel sistema del trasporto aereo al fine di rivedere e attualizzare i rapporti con gli enti istituzionali, le procedure da applicare e l’operatività. Solo così si potrà realizzare ‘il sistema’ che, per essere definito tale, ha assoluto bisogno dell’armonizzazione tra tutti i suoi componenti.”
Nicola Capuzzo
INSERTO SPECIALE: “Il cargo negli aeroporti italiani” (FREE DOWNLOAD)