L’aeroporto di Bologna trema per il possibile stop ai voli notturni
Sarebbero una decina i collegamenti cargo interessati dal provvedimento auspicato dal sindaco della città Matteo Lepore
Lo stop ai voli notturni nell’aeroporto di Bologna richiesto dal sindaco della città Matteo Lepore agita la comunità aeroportuale e non solo.
Nei giorni scorsi il primo cittadino ha inviato una missiva ad Enac, Enav e governo invocando la chiusura delle attività nello scalo tra le 23 e le 6 del mattino, a tutela degli abitanti del quartiere Navile situato in prossimità del Marconi, che da anni lamentano il fastidio provocato dal rumore dei velivoli. Una mossa che ha suscitato le reazioni di varie parti e portato l’esecutivo a convocare a un tavolo i due enti di controllo, la società di gestione dello scalo e lo stesso comune con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa. La prima riunione è in programma per giovedì 8 giugno.
Se lo stop auspicato da Lepore rischia di rappresentare un forte freno allo sviluppo del trasporto passeggeri, è sul segmento cargo che si stanno concentrando però i principali timori, considerato l’impatto che la misura avrebbe non solo sul settore della logistica e delle spedizioni che ruota attorno al Marconi, ma anche sulle aziende servite dai voli merci che vi transitano, in primis quelle dei comparti automotive, biomedicale e della meccanica.
Si tratta peraltro di un insieme di attività in forte e costante crescita. Nei primi quattro mesi del 2023, come già visto, l’aeroporto di Bologna ha movimentato merci per 4.342,9 tonnellate, una quantità che lo colloca al terzo posto della classifica italiana degli aeroporti cargo (dopo Malpensa e Fiumicino) e che indica una progressione sia sull’analogo periodo del 2022 (+7,7%) sia sul pre-pandemia (+9,1%).
Un quadro della situazione e dei rischi dello stop è stato fornito al Resto del Carlino dall’Assessore della Regione Emilia Romagna (anche azionista di minoranza della società di gestione dello scalo) Andrea Corsini. Considerando sono circa una decina i voli cargo operati in orario notturno al Marconi, l’amministratore ha ipotizzato si possa “lavorare su 4 o 5” di essi rimodulandone gli orari. “Ci sono 400 posti di lavoro in ballo, parliamo di facchini, corrieri, addetti della logistica” ha detto alla testata Corsini. Che però ha anche ridimensionato l’impatto che la lettera del sindaco di Bologna potrà avere nell’immediato: l’obiettivo di Lepore, secondo l’assessore, sarebbe infatti ‘solo’ quello “provocare una reazione per poi trovare una soluzione” a un problema che si trascina da tempo.
Un’altra possibilità per salvaguardare le rotte merci sarebbe legata allo studio di rotte alternative che possano permettere agli aerei di atterrare nello scalo abbattendo il rumore. Al riguardo, il presidente di Enav Pasqualino Monti ha però chiarito come l’approntamento di una soluzione di questo tipo avrebbe tempi decisamente più lunghi, almeno di alcuni mesi.
Come evidenziato da più parti, ogni prospettiva di ridimensionamento dovrà comunque tenere conto del fatto che ad oggi sono diversi i vettori operativi nello scalo e che quindi ogni paletto alla loro attività rischierebbe di provocare contenziosi legali.
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