La congestione aeroportuale contagia Zhengzhou (e non lascia Dacca)
Il ‘blocco’ dell’area merci dell’aeroporto di Shanghai, che ha fermato la quasi totalità dei voli cargo in arrivo e partenza dallo scalo dall’ultima settimana di agosto, sta avendo un effetto domino su altri snodi cinesi, in particolare quello di Zhengzhou Xinzheng. Anche in questo caso le informazioni al riguardo arrivano dagli operatori attivi nello scalo, […]
Il ‘blocco’ dell’area merci dell’aeroporto di Shanghai, che ha fermato la quasi totalità dei voli cargo in arrivo e partenza dallo scalo dall’ultima settimana di agosto, sta avendo un effetto domino su altri snodi cinesi, in particolare quello di Zhengzhou Xinzheng.
Anche in questo caso le informazioni al riguardo arrivano dagli operatori attivi nello scalo, mentre da parte delle società di gestione dello stesso non risultano essere state rilasciate indicazioni ufficiali (come del resto sta avvenendo anche per gli aggiornamenti relativi alla situazione di Pudong).
A mettere in allerta rispetto alle condizioni di Cgo (codice Iata con cui è appunto identificato l’aeroporto di di Zhengzhou Xinzheng) è in particolare Geodis, che spiega come le attività di export siano aumentate significativamente sullo scalo dopo che vi sono stati dirottati molti voli solitamente in partenza da Shanghai, portando la struttura a superare i suoi limiti di capacità. A questa situazione si è aggiunta anche la presenza, in aumento, di numerosi voli charter, in particolare da settembre.
L’aeroporto sarebbe quindi già arrivato a uno stato di congestione che ha portato le autorità a stabilire alcune limitazioni alle attività (ad esempio i magazzini dei terminal non possono accettare merce prima di 48 ore dalla partenza). Inoltre, riferisce sempre la casa di spedizioni, sabato Cgo avrebbe dichiarato che non accetterà più carichi inbound fino a che non avrà smaltito il backlog accumulato finora. La situazione, ha aggiunto ancora Geodis, ha spinte alcune compagnie aeree a cancellare diversi voli in arrivo a Cgo, un’azione che probabilmente andrà a impattare a catena su altri scali dell’area (nonché sui noli delle spedizioni in uscita dal paese).
Nel frattempo, anche dal Bangladesh non arrivano buone notizie sullo stato dei trasporti aerei delle merci. Nei giorni scorsi la casa di spedizioni Barbarini e Foglia aveva parlato di una forte pressione registrata sull’aeroporto Hazrat Shahjalal di Dacca, causata sia dal lockdown imposto dal governo, sia dalla festività di Eid-ul-Adha così come da alcuni problemi propri dello scalo. Una nota di Db Group alla clientela spiega ora che nel paese la congestione del trasporto aereo delle merci è ancora presente, con i terminal che soffrono per il backlog accumulato e con code “impressionanti” di tir che attendono ore per caricare e scaricare.
Anche Db Schenker nei giorni scorsi ha fatto un quadro dei problemi che affliggono in questa fase le spedizioni aeree, evidenziando come siano diverse le regioni ed economie chiave impattate a livelli crescenti. L’operatore tedesco ha parlato in parlato dei casi di Covid-19 in aumento in Vietnam, Cina e nell’area dell’Asia Pacifica, così come in Europa e Nord America, e ha puntato poi l’attenzione sulla carenza di capacità che ora si sta verificando nei trasporti via camion in arrivo e partenza da diversi tra i principali scali mondiali.
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