Italia al 36esimo posto per connessioni globali secondo Dhl
Secondo l’azienda il posizionamento è inferiore di 5 punti a quello previsto date le sue caratteristiche strutturali
L’Italia raggiunge il 36esimo posto (su 181 economie nazionali) nell’ultimo Global Connectedness Index elaborato da Dhl insieme alla New York University Stern School of Business, riferito al 2022. Si tratta, rileva lo studio, di una risalita di tre posti e di 1,7 punti (in una scala da 0 a 100) rispetto al 2017.
Più nel dettaglio, secondo l’analisi, la Penisola si classifica in 88esima posizione per profondità (forza dei flussi rispetto alle dimensioni della sua economia nazionale) e al decimo per ampiezza (il grado della loro estensione). Ottiene inoltre la 44esima posizione relativamente ai soli flussi commerciali (gli altri considerati nell’indagine sono quelli di capitali, informazioni e persone).
Un risultato, quest’ultimo, che secondo Dhl colloca il paese 5 punti al di sotto del livello previsto sulla base delle sue caratteristiche strutturali quali il Pil, o il numero di abitanti, ed è particolarmente significativo “vista l’ubicazione dell’Italia nella regione più connessa del mondo, ovvero l’Europa”. Un punteggio più alto in questo ambito, aggiunge la nota, si associa solitamente a una crescita economica più rapida.
Passando alla disamina complessiva della nuova edizione dell’indice, i dati raccolti – secondo Dhl – permettono di affermare che nel 2022 la globalizzazione non stia vivendo una recessione ma anzi abbia raggiunto un livello record, mantenendosi in linea anche nell’anno successivo nonostante la guerra in Ucraina e a Gaza e il conflitto commerciale tra Usa e Cina. Per quel che riguarda in particolare la componente degli scambi commerciali, questa è tornata a un livello da record nel 2022 e dopo un rallentamento nell’anno seguente accelererà nuovamente nel 2024.
Guardando infine alla classifica globale, in cui come detto l’Italia si colloca in 36esima posizione, il primo posto è occupato da Singapore, seguita dai Paesi Bassi e dall’Irlanda. Dal report emerge inoltre come i legami tra Usa e Cina continuino a frantumarsi, con una quota di flussi ridotta di circa un quarto rispetto al 2016, e che la Russia si trova davanti a un crollo mai registrato prima in connettività globale.
L’analisi si conclude quindi affermando che la previsione di un passaggio dalla globalizzazione alla regionalizzazione non si è finora realizzata. La maggior parte dei flussi internazionali ha luogo infatti su distanze stabili o addirittura più lunghe, con anzi un declino della quota dei flussi all’interno delle principali regioni geografiche.
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