Intermodalità ferroviaria merci a Malpensa? “Un business impossibile”
L’alleanza annunciata congiuntamente nei giorni scorsi da Sea e Fnm con l’obiettivo di valorizzare il terminal ferroviario di Sacconago e l’ampia area della Cargo city dell’aeroporto di Milano Malpensa di oltre 500.000 mq sarebbe, secondo Dario Balotta presidente Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti), nulla più che un’illusione campanilistica. In una nota dell’Osservatorio si […]
L’alleanza annunciata congiuntamente nei giorni scorsi da Sea e Fnm con l’obiettivo di valorizzare il terminal ferroviario di Sacconago e l’ampia area della Cargo city dell’aeroporto di Milano Malpensa di oltre 500.000 mq sarebbe, secondo Dario Balotta presidente Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti), nulla più che un’illusione campanilistica.
In una nota dell’Osservatorio si legge infatti: “Fnm e Sea hanno recentemente reso noto di voler realizzare non meglio specificate iniziative congiunte dedicate allo sviluppo dell’intermodalità ferro/aria e della mobilità sostenibile con l’obiettivo di valorizzare il terminal ferroviario di Sacconago (semivuoto) e la Cargo City di Malpensa. Con alcune società dei due gruppi di Fnm e Sea, la prima controllata dalla Regione Lombardia e la seconda dal Comune di Milano, le due aziende pubbliche si stanno orientando su un business impossibile vista la realtà internazionale che non vede in Europa nessuno scalo aeroportuale aereo puntare sull’intermodalità merci ferro/aria”.
L’Osservatorio aggiunge che “Malpensa è il fanalino di coda per il trasporto delle persone con i servizi ferroviari (13%) per passeggeri mentre in altri scali europei toccano punte superiori al 40% e questo dovrebbe essere il traguardo concreto per la sostenibilità economica ed ambientale di Malpensa. Prioritario sarebbe ridurre il numero di passeggeri che raggiungono l’aeroporto con la propria vettura piuttosto che lanciarsi in iniziative poco concrete, costose e propagandistiche”.
Il presidente di Onlit aggiunge che “il vero core business di Fnm sono i passeggeri mentre la cargo city di Sea serve mercati di prodotti di altissimo valore aggiunto che possono permettersi di pagare il trasporto aereo a fronte di tempistiche irrealizzabili con altri sistemi di trasporto. Per quanto riguarda l’intermodalità ferro/aria è noto che sui treni si trasportano merci di basso valore aggiunto, particolarmente pesanti e voluminose che non hanno bisogno di tempi di spedizione rapidi. Tutto il contrario del cargo aereo”.
La critica al progetto di creare sinergia fra trasporto ferroviaria e aereo attraverso lo scalo aeroportuale varesotto conclude parlando di sorpresa per “l’impostazione campanilistica dell’iniziativa tesa alla ‘valorizzazione delle rispettive infrastrutture per il traffico merci situate nel comprensorio di Malpensa’ che lascia pensare più a un cedimento clientelare e campanilistico che ad una azione imprenditoriale”.
L’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti ricorda infine che “diversi anni addietro tentarono questa strada Lufthansa e Hupac con trasporti da Busto Arsizio su Francoforte. L’esperimento fu abbandonato in pochissimo tempo in quanto le tempistiche dell’ intermodalità facevano a pugni con le necessità del cargo aereo”.
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