Il trasporto di sangue via drone funziona meglio se ‘in capsula’
Già quattro (più una in arrivo) le sperimentazioni in corso con altrettanti ospedali per il sistema sviluppato da AbZero
Roma – Tra i casi degni di nota illustrati durante la conferenza annuale di Pharmacom Italia ha suscitato una particolare attenzione, nella platea dei soci presenti, quella del sistema sviluppato da AbZero per il trasporto di sangue (ma utilizzabile anche per quello di organi o tessuti) via drone. Il prodotto realizzato dalla società, startup presente nel Polo Tecnologico di Navacchio e spin–off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, consiste infatti in una speciale capsula refrigerata (del range 2-8 gradi nel caso del sangue), che secondo gli ideatori permette di risolvere le criticità solitamente legate a questo particolare tipo di trasporto, grazie ad alcuni elementi innovativi.
“Siamo partiti dal fatto che il sangue in Italia è mal distribuito” ha spiegato durante l’incontro l’amministratore delegato e co-fondatore Giuseppe Tortora. Una prima, e più evidente, peculiarità della soluzione di Abzero risiede nel fatto che la capsula – dotata ovviamente di sistemi di monitoraggio della temperatura e per la geolocalizzazione – è innanzitutto ideata per permettere il trasporto con qualunque tipo di drone (essendo questa compatibile con il 90% di quelli ad oggi sul mercato), rendendo però possibile anche il ricorso a mezzi più tradizionali in caso di necessità. A questa sua prima caratteristica, sottolinea Tortora, se ne sommano altre quali l’utilizzo della blockchain e dell’intelligenza artificiale, che rendono il sistema drone+capsula in grado di ‘autogovernarsi’ valutando strategie di gestione del rischio come un atterraggio anticipato o il passaggio a un altro tipo di trasporto. A questo si aggiunge infine la presenza di sensori in grado di compiere rilevazioni sul Ph e sul processo di emolisi del sangue, consentendo quindi di monitorare questi parametri già in volo. Al di là degli aspetti tecnici, la proposta di AbZero si caratterizza poi come pacchetto completo. In altre parole la società, che già dispone di un drone (e si doterà a breve di un secondo mezzo), offre ai potenziali interessati lo sviluppo del progetto e l’esecuzione del trasporto, inclusa tutta la fase di studio e autorizzazione delle rotte aeree con Enac.
Al momento, ha spiegato Tortora, sono già quattro le sperimentazioni (in alcuni casi di lungo periodo, dato che le relative autorizzazioni valgono fino alla fine del 2023) in corso, con altrettanti ospedali: il San Raffaele di Milano, Le Molinette di Torino, quello di Livorno e una quarta struttura a Malaga, in Spagna. A queste se ne aggiungerà a breve una quinta che riguarderà le isole Eolie, un contesto in cui i vantaggi di una soluzione di trasporto meno dipendente dalle condizioni meteo-marine di quelle via traghetto potrebbero essere particolarmente apprezzati.
Relativamente alla spendibilità commerciale del progetto, Tortora non ha dubbi: AbZero, che idealmente ha come clienti gli operatori logistici che ad oggi si occupano del trasporto di sangue, a regime permette una netta riduzione dei costi di trasporto, oltre a garantire una maggiore flessibilità.
A testimonianza di quanto l’interesse per sistemi come questo sia ormai concreto, oltre ai progetti già citati, ci sono un’altra trentina di lettere di intenti siglate dalla società con altre realtà, ospedaliere e non, italiane, ma anche l’attenzione mostrata in sala da alcuni addetti ai lavori. Tra questi Silvana Furfaro, responsabile qualità e affari regolatori di Arrow Diagnostics Srl, società di base a Genova che effettua consegne di soluzioni di diagnostica molecolare per i tre principali ospedali cittadini, che a margine della conferenza ha evidenziato come una soluzione di questo tipo potrebbe in futuro essere di interesse per l’azienda in particolare per la gestione di consegne in emergenza in ambito urbano.
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