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Il cargo entra nel piano di rilancio dell’aeroporto di Cuneo
Sul progetto presentato da Geac si attende un parere dell’Enac entro fine anno
Il cargo potrà essere una delle chiavi di rilancio dell’aeroporto Levaldigi di Cuneo. A questa possibile strada di sviluppo – sulla quale si era speso nei mesi scorsi anche il circolo di Mondovì di Fratelli d’Italia – si è fatto espressamente cenno nella presentazione del piano di rilancio dello scalo, andata in scena lo scorso 28 luglio nella sede della Camera di Commercio cittadina a opera dei vertici di Geac Spa, società che gestisce l’aeroporto piemontese che a sua volta ha Levaldigi Hi-Tech, holding di imprenditori privati, come socio di riferimento.
Il piano presentato agli stakeholders prevede complessivamente investimenti per 160 milioni nei prossimi 5 anni e avrà il via – secondo quanto spiegato – con il decollo di nuovi voli passeggeri con Roma da parte della compagnia alto-atesina SkyAlps, a partire dal prossimo 30 ottobre.
Considerando però proprio le scarse presenze registrate nel 2023 (160mila passeggeri, che Geac punta a raddoppiare nel 2025), una diversificazione potrà però essere trovata nel cargo. A ‘benedire’ questa possibilità – per la quale Geac attende entro fine anno un via libera da parte di Enac – anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che secondo quanto riferito dal Corriere della Sera al riguardo ha dichiarato: “Con l’apertura al settore cargo, l’aeroporto potrà giocare un ruolo decisivo nella logistica. Con il Terzo Valico e la Tav i grandi flussi delle merci saranno in Piemonte”. Cirio ha anche confermato che la Regione potrà offrire un proprio contributo al rilancio dello scalo, precisando: “Non sarà un sussidio per permettere all’aeroporto di non morire, ma un investimento per una struttura da salvaguardare”.
Alla fine di giugno il circolo di Fratelli d’Italia di Mondovì, tramite il suo presidente Claudio Sarotto, aveva spedito una lettera a varie testate della provincia auspicando uno sviluppo del trasporto merci nell’aeroporto Levaldigi, in particolare al servizio dell’export alimentare dell’area.
“Sotto il profilo tecnico – aveva spiegato Sarotto – si renderebbe necessario un allungamento della pista di decollo/atterraggio, adattamento che rientra tra le fattibili possibilità della struttura aeroportuaria” scriveva nella missiva, nella quale si accennava anche al fatto che “compagnie aeree specializzate nel cargo hanno dimostrato interesse per lo scalo cuneese”.