Il cargo aereo si interroga sul suo futuro alla luce del conflitto
La guerra in Ucraina ha messo in sospeso, tra le altre cose, anche un settore delle spedizioni aeree che dopo molto tempo si era trovato a vivere una situazione favorevole sotto diversi aspetti. Febbraio, secondo le rilevazioni di Clive Data Services, si era infatti chiuso con volumi e load factor prossimi a quelli del 2019 […]
La guerra in Ucraina ha messo in sospeso, tra le altre cose, anche un settore delle spedizioni aeree che dopo molto tempo si era trovato a vivere una situazione favorevole sotto diversi aspetti.
Febbraio, secondo le rilevazioni di Clive Data Services, si era infatti chiuso con volumi e load factor prossimi a quelli del 2019 (rispettivamente, pari al -0,7% il primo valore, in termini di peso tassabile, e a +2,6% il secondo), con noli in diminuzione (ovvero superiori ‘solo’ del 137% a quelli di due anni prima, contro il +156% di gennaio) a fronte di una capacità in risalita (-5,4% rispetto al febbraio 2019). Il dynamic load factor (che tiene conto sia del peso, sia del volume delle spedizioni) anche si era assestato su un livello del 65%, ovvero 4,5 punti percentuali in meno rispetto allo stesso mese del 2021.
Segnali che parevano prospettare l’avvicinarsi di un contesto di mercato del trasporto aereo merci più ‘sano’, ora rimesso in grave incertezza dal conflitto.
Come evidenziato dal managing director di Clive Niall van de Wouw, la guerra – che come il Covid, è un “evento esterno” che “impatta sul cargo aereo ma su cui questo non ha alcun potere” – colpirà principalmente le tratte Asia – Europa (anche perché il blocco aereo Ue ha messo fuorigioco i voli operati da un big come AirBridgeCargo).
Ad oggi quello che si è potuto osservare è, già a partire dalla fine di febbraio, un calo della capacità su queste rotte (in particolare quelle dal Nord Est asiatico), mentre un altro tema di preoccupazione per il settore è quello di un probabile aumento del costo dei carburanti. Scontato dunque prevedere un nuovo incremento dei noli globali delle spedizioni aeree. Problemi potrebbero però riscontrarsi secondo Clive anche nell’aviocamionato, dato che secondo la società di analisi molti conducenti ucraini, che costituiscono una parte importante della forza lavoro del settore in Europa, avrebbero fatto ritorno in patria.
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