Il cargo aereo italiano chiede più capacità di stiva, voli diretti e infrastrutture aeroportuali
Il confronto fra stakehodler è andato in scena durante il 5° convegno organizzato dall’Osservatorio Cargo Aereo
San Donato Milanese (Milano) – Il 5° convegno organizzato dall’Osservatorio Cargo Aereo (costituito da Anama, Assaeroporti, Assohandlers e Ibar) prima della consueta serata in cui sono stati assegnati i Quality Awards Italy 2022, ha visto (finalmente) la vivace partecipazione di diversi addetti ai lavori che si sono confrontati sulle opportunità di sviluppo e rilancio del trasporto aereo merci in Italia.
Gli spedizionieri chiedono più capacità di stiva da parte dei vettori aerei e condizioni economiche più competitive (per limitare il trasferimento di merci ‘italiane’ negli aeroporti del Centro-Nord Europa, le compagnie vogliono maggiore bilanciamento fra flussi in import e in export (quest’ultimi già molto elevati) per portare più aerei, il cluster auspica in generale una più efficace azione promozionale da parte di Sea (gestore dello scalo aeroportuale di Malpensa), mentre Aeroporti di Roma promette più impegno nel business cargo, qualcuno suggerisce un coinvolgimento diretto dei caricatori in questo confronto mentre altri ritengono sia meglio che gli shipper rimangano lontano dagli aeroporti.
In generale il proposito emerso dagli stakeholder intervenuti è quello di trasmettere all’esterno (e all’estero) quello che di buono funziona nel cargo aereo italiano piuttosto che evidenziare ciò che invece andrebbe migliorato. Nel prossimo futuro la digitalizzazione avrà certamente un ruolo di primissimo piano perché, come ha ricordato il presidente di Anama Alessandro Albertini, “entro fine anno il cargo community system diventerà obbligatorio a Malpensa e spero che in futuro lo stesso sistema venga applicato in tutti gli aeroporti di Italia. Evitando così, come avviene nei porti, che ognuno scalo marittimo abbiamo il suo port community system”. Secondo Albertini “la percezione della logistica da parte delle aziende è cambiata” e “il fattore security è diventato strategico”.
Una riflessione che trae origine dalla indagine realizzata da Trt – Trasporti e Territorio (qui la presentazione) e presentata al 5° Convegno dell’Osservatorio Cargo Aereo andato in scena al Crowne Plaza di San Donato (Milano) davanti a una platea di quasi 200 stakeholder e imprese del settore.
La doppia survey ha raccolto le risposte di una platea limitata ma comunque significativa di imprese di spedizioni aeree (35) e imprese dell’industria produttiva (17) per valutare la qualità del servizio reso dalla filiera dell’air cargo a beneficio del mercato italiano in termini di capacità di risposta alle esigenze (velocità, sicurezza, economicità, sostenibilità) della produzione di raggiungere i mercati di destinazione in tutto il Mondo.
L’indagine presentata da Giuseppe Galli (senior partner di Trt) ha evidenziato la centralità del fattore “security” fra quelli di particolare interesse. Imprese di spedizioni e industria produttiva appaiono concordi nel considerare il sistema aeroportuale italiano buono ma evidenziano alcune carenze a partire dalla mancanza di infrastrutture adeguate (che ci penalizza rispetto agli hub competitor europei). Oltre a Ciò è emersa la carenza di voli (cargo) diretti e di frequenze nei collegamenti dagli aeroporti italiani.
Secondo Simone Ghelardini, vicepresidente Anama, il ricorso alla vendita Ex-Works risulta ancora uno dei gap che ancora sconta il sistema logistico italiano “Dall’indagine è emerso che più della metà (53%) delle spedizioni aeree sono gestite in esclusiva dalle imprese di spedizioni” ha sottolineato, aggiungendo che “per potenziare questo nostro ruolo di partner strategici della produzione occorre lavorare sulla scelta dei termini di resa Incoterms. Secondo l’indagine di Trt il 24% delle spedizioni aeree avviene con resa Ex-Works (contro il dato del 55% su tutte le modalità di trasporto) ma anche questo risultato non è abbastanza ed è probabilmente viziato in positivo da un campione ‘scelto’ (del settore fashion, ndr) di rispondenti alla survey. Portare la logistica a casa – precisa Ghelardini – significa poter controllare le strategie di internazionalizzazione e approvvigionamento del Paese e, inoltre, valorizzare, puntare, investire negli scali logistici – in questo caso aeroportuali del Paese – acquisendo competitività rispetto agli hub del Nord Europa”.
Alessandro Cappella, responsabile cargo per Assohandlers, ha sottolineato “l’importanza di un coinvolgimento delle associazioni della filiera nella progettazione e implementazione di spazi aeroportuali destinati al cargo oltreché nella attivazione dei servizi di sistema e digitali. Mi preme sottolineare – ha proseguito – l’assoluta necessità di rendere maggiormente appetibili i nostri aeroporti moltiplicandone i collegamenti intercontinentali, garantendo la connettività delle nostre imprese con le aree produttive del Sud-Est asiatico, non solo cinesi”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate a Edvino Corradi, membro Executive board di Ibar e Cluster Cargo Aereo, che ha focalizzato la propria attenzione su sostenibilità e digitalizzazione del trasporto aereo merci. “Contrariamente a molti paesi del Nord Europa, in Italia l’aspetto della sostenibilità non è ancora considerato fondamentale ma è un dossier su cui non è più possibile rimandare e occorre costruire strategie che garantiscano la continuità della connettività globale (nuove possibilità per il Made in Italy) mentre si lavora per ridurre in maniera significativa l’impatto ambientale. In questo senso mi preme ricordare che il trasporto air cargo è parte del piano d’azione di Iata ‘FlyNetZero’ il cui obiettivo è il raggiungimento del target zero emissioni entro il 2050 tramite alleggerimento degli aeromobili e del carico e utilizzo di carburanti sostenibili” ha affermato Corradi.
A proposito invece di digitalizzazione il rappresentante di Ibar ha concluso sottolineando che “aiuta non solo a semplificare ma anche a rendere i nostri aeroporti più competitivi, ma anche a evitare che la carta venga trasportata. A tal fine è di fondamentale importanza sottolineare che il concetto di digitalizzazione da perseguire è quello che abilita la piena condivisione dei dati tra tutti gli attori della filiera secondo il modello ‘data-centric’. Su questo tema, anche il settore pubblico in tutte le sue declinazioni può svolgere un ruolo decisivo: questi argomenti, oltre la discussione sul nuovo Piano nazionale degli aeroporti saranno oggetto dell’incontro del Cluster Cargo Aereo con il Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Galeazzo Bignami, previsto entro il mese di maggio”.
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