In calo i pacchi di Poste Italiane nel primo trimestre 2022
Il business delle consegne pacchi di Poste Italiane sta attraversando quella che il gruppo ha descritto come una “fase di normalizzazione”. I risultati relativi al primo trimestre del 2022 evidenziano una netta flessione nei volumi gestiti (57 milioni, -13,4%) e un calo, di poco meno marcato, nei relativi ricavi, scesi del 9,5% a 333 milioni […]
Il business delle consegne pacchi di Poste Italiane sta attraversando quella che il gruppo ha descritto come una “fase di normalizzazione”. I risultati relativi al primo trimestre del 2022 evidenziano una netta flessione nei volumi gestiti (57 milioni, -13,4%) e un calo, di poco meno marcato, nei relativi ricavi, scesi del 9,5% a 333 milioni di euro. Al riguardo il report segnala che le tariffe dei pacchi “sono aumentate, con il B2C che registra un miglioramento del 7% rispetto al primo trimestre del 2021, grazie a un mix più favorevole nella base clienti”.
Il calo delle spedizioni, spiega la stessa PI, è stato influenzato “dal confronto con un forte primo trimestre del 2021, sostenuto dal boom dell’e-commerce relativo alle restrizioni sugli spostamenti”. Per poter fare un paragone, si può ricordare che nei primi tre mesi del 2019 erano stati consegnati 35 milioni di pacchi (in aumento del +19.4% sull’anno precedente; all’epoca Poste non aveva indicato a quanto fossero ammontati i ricavi generati da questo segmento di attività, limitandosi a segnalare che questi erano però in progressione del 15% su quelli di un anno prima).
Nell’insieme, il più ampio segmento del business corrispondenza, pacchi e distribuzione di Poste Italiane nel primo trimestre 2022 ha ottenuto ricavi per 901 milioni (-2%; stabile il business corrispondenza, con 510 +0,2%), con un risultato operativo di 56 milioni (-,8%) e utili a 31 milioni (-18,1%). Nel suo insieme, quindi considerando anche gli altri segmenti di attività (servizi assicurativi, finanziari e così via) il gruppo ha chiuso il periodo con ricavi in lieve aumento (2.973 milioni, +1,4%), Ebit a 694 milioni (+11,8%) e un utile netto di 495 milioni (+10,6%).
Rispetto alle prospettive per il 2022 e oltre, dopo aver ricordato le grandi incertezze che caratterizzano il periodo, il gruppo ha ricordato le azioni “poste in essere in momenti di mercato favorevoli, finalizzate a mitigare le oscillazioni
di prezzo dei fattori produttivi”. Tra queste anche operazioni di copertura dal rischio di oscillazione dei prezzi del carburante, ovvero la stipula di forniture con prezzi che resteranno bloccati per tutto l’anno in corso e per parte del 2023.
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