Il boom del cargo non basta a salvare Emirates dal rosso (e dagli esuberi in Italia)
Una prestazione ‘stellare’ della sua divisione cargo non è riuscita a salvare Emirates dal primo rosso di bilancio degli ultimi trenta anni. Il gruppo emiratino ha chiuso infatti il 2020 con una perdita di 6 miliardi di dollari (contro un utile di 456 milioni registrato nel 2019), a fronte di ricavi in calo del 66% […]
Una prestazione ‘stellare’ della sua divisione cargo non è riuscita a salvare Emirates dal primo rosso di bilancio degli ultimi trenta anni.
Il gruppo emiratino ha chiuso infatti il 2020 con una perdita di 6 miliardi di dollari (contro un utile di 456 milioni registrato nel 2019), a fronte di ricavi in calo del 66% a 9,7 miliardi. Risultati che sono conseguenza dell’impatto della pandemia, che si è abbattuta anche sulla controllata dnata, e che hanno portato Emirates tra le altre cose a decidere di ridurre la sua forza lavoro globale del 31%, arrivando a contare ora su 75.145 addetti.
Il taglio occupazionale, come paventato dai sindacati nei giorni scorsi, non risparmierà l’Italia. Secondo quanto riferito da Malpensa24, le stesse sigle sindacali riferiscono che gli esuberi sarebbero 87 su 157 dipendenti totali della compagnia nella Penisola. Tra le ipotesi emerse ci sarebbe anche quella di una cessione del ramo d’azienda relativo alle operazioni cargo, che però come evidenziato durante lo scorso esercizio ha avuto uno sviluppo record.
Stando al bilancio, nel dettaglio Emirates SkyCargo ha fatturato 4,7 miliardi di dollari, il 53% in più rispetto al dato del 2019 e contribuendo per il 60% al totale dei ricavi della compagnia generati da attività di trasporto. I volumi trasportati sono calati del 22% a 1,9 milioni di tonnellate, mentre la sua flotta dedicata è rimasta invariata durante l’esercizio e contava al 31 dicembre 11 Boeing 777F.
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