I decision maker italiani preoccupati anche dalle ‘perturbazioni’ nelle catene logistiche
Secondo il Global Planning Survey 2024 il 73% dei decisori ha iniziato a dedicarsi con maggiore impegno alla pianificazione, soprattutto come conseguenza della guerra in Ucraina, della crisi del costo della vita e delle continue perturbazioni delle catene logistiche
I nuovi dati presentati da Board International, fornitore di tecnologie di intelligent planning, rivelano che i business leader hanno iniziato a concentrarsi maggiormente sulla pianificazione degli scenari in risposta alla volatilità del panorama imprenditoriale. Secondo il sondaggio Global Planning Survey 2024 il 73% dei decision-maker in Italia (globale: 71%) ha iniziato a dedicarsi con maggiore impegno alla pianificazione, soprattutto come conseguenza della guerra in Ucraina, della crisi del costo della vita e delle continue perturbazioni della supply chain.
A proposito di questo sondaggio Board spiega che tra il 9 febbraio e il 20 febbraio 2024 sono stati intervistati online 1.500 decision-maker nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e in Italia appartenenti alle funzioni di pianificazione finanziaria, della supply chain o del retail e del merchandising in aziende del settore retail, manufacturing e FMCG con oltre 500 dipendenti.
In cima alla lista delle minacce per le quali le aziende italiane si stanno preparando ci sono la carenza di manodopera (40%; globale: 36%), i cyberattacchi (38%; globale: 34%), il blocco dei canali chiave della catena logistica (33%; globale: 30%), interruzione parziale dei servizi cloud o IT (33%; globale: 27%), e incertezza delle risorse con aumento dei costi (31%; globale: 29%).
Nonostante una rinnovata attenzione alla pianificazione in questo periodo di grandi cambiamenti, molte aziende continuano ad avere difficoltà a pianificare in modo efficace. Il sondaggio rivela segni di “affaticamento della pianificazione” in molte organizzazioni, evidenziando un calo del 14% nel livello di attenzione delle aziende sia in Italia che in tutto il mondo nei confronti della pianificazione rispetto all’anno scorso. Analogamente, più di due terzi (69%) dei business leader italiani (globale: 73%) ammettono che la propria organizzazione basa le decisioni di pianificazione su ipotesi anziché i dati reali.
Nel complesso questi risultati indicano che molte aziende hanno difficoltà a implementare un processo decisionale basato sui dati. Più di un terzo degli intervistati italiani riferisce che le inefficienze nella pianificazione hanno avuto un impatto sulla capacità dell’organizzazione di attrarre e trattenere i talenti (36%; globale: 29%), di restare al passo con i concorrenti (34%; globale: 29%) e di promuovere innovazioni relative a prodotti o servizi (34%; globale: 27%).
A proposito di ‘cigni neri’ (le minacce imprevedibili con un impatto significativo) e ‘rinoceronti grigi’ (le minacce ovvie e altamente probabili che vengono spesso sottovalutate) dal sondaggio emerge che troppe aziende si limitano a monitorare le potenziali crisi, anziché prepararsi attivamente ad affrontarle secondo Board. Le interruzioni tecnologiche catastrofiche, ad esempio, guasti alle infrastrutture essenziali o le conseguenze impreviste dell’IA (55%; globale: 44%), una guerra commerciale globale (46%; globale: 40%) e le catastrofi climatiche e ambientali (34%; globale: 40%) sono i cigni neri più discussi in Italia, senza che sia stata intrapresa una pianificazione attiva al riguardo.
Board ha rilevato che il 41% degli intervistati italiani (globale: 43%) prende in considerazione il fallimento finanziario globale, ad esempio crisi del debito sovrano, ma solo il 27% (globale: 31%) sta attivamente elaborando una pianificazione degli scenari per questo rinoceronte grigio.
Gli insegnamenti tratti da cigni neri o rinoceronti bianchi come il conflitto a Gaza o la guerra in Ucraina evidenziano quanto sia importante per le organizzazioni anticipare e mitigare il rischio di sconvolgimenti di carattere geopolitico, economico e sociale, per quanto improbabili possano sembrare. L’indagine ha inoltre rilevato che il 70% delle organizzazioni sia in Italia che in tutto il mondo tende a ignorare gli scenari più estremi in fase di pianificazione: questo dato lascia intendere che la maggior parte delle aziende si espone al rischio in caso di imprevisti.
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