Gli aeroporti italiani vogliono riprendersi il business pharma
Aeroporto Malpensa – Il sistema del trasporto aereo cargo italiano ha intenzione di riprendersi l’import/export di prodotti farmaceutici, un settore industriale in cui il nostro Paese è leader a livello continentale. Per quanto riguarda i medicinali, o comunque tutti i prodotti in qualche modo legati all’industria del pharma, finora la quasi totalità delle importazioni e […]
Aeroporto Malpensa – Il sistema del trasporto aereo cargo italiano ha intenzione di riprendersi l’import/export di prodotti farmaceutici, un settore industriale in cui il nostro Paese è leader a livello continentale. Per quanto riguarda i medicinali, o comunque tutti i prodotti in qualche modo legati all’industria del pharma, finora la quasi totalità delle importazioni e delle esportazioni italiane ha transitato dagli aeroporti di Bruxelles, Francoforte e Amsterdam. Una tendenza che il nostro Paese ha ora deciso di interrompere mostrando quanto di buono stanno facendo alcune aziende private soprattutto negli aeroporti di Milano e Roma.
Ieri ad esempio l’handler aeroportuale Alha ha presentato a Malpensa il suo nuovo dolly refrigerato ribattezzato CoolBox per la gestione in rampa del prodotto farmaceutico e della merce deperibile. Un nuovo sistema progettato, realizzato e brevettato insieme all’azienda Petriglia (con cui Alha costituirà un’apposita joint venture per la commercializzazione di questi carrelli) su impulso della compagnia aerea Cathay Pacific Cargo.
“Il settore farmaceutico è stato al centro di numerosi investimenti del Gruppo Alha negli ultimi anni, un piano di sviluppo teso a garantire al cliente finale il controllo totale sul processo di gestione del prodotto dall’aeromobile fino al magazzino di consegna e viceversa” ha detto il direttore generale Alessandro Cappella. “Investimenti come questi servono ad attirare traffici e a Malpensa i risultati iniziano già a vedersi perché se nel 2015 movimentavamo nell’intero anno 1.780.000 kg di prodotti farmaceutici, quest’anno al 31 ottobre siamo già a quota 3.100.000 kg”. Cappella ha però aggiunto che “c’è ancora una grossa fetta di traffico in export che vola da altri aeroporti europei e bisogna lavorare con agenti, spedizionieri e case farmaceutiche per far capire come gli aeroporti italiani siano affidabili e attrezzati per movimentare merce pharma”.
La condizione necessaria ma non sufficiente per poter operare in questo mercato è la certificazione Iata Ceiv Pharma che Alha ha ottenuto da un anno, l’altro principale handler Bcube già dal 2015 e a cui le società di gestione aeroportuale Sea (per Malpensa) e Aeroporti di Roma (per Fiumicino) inizieranno a lavorare dal prossimo anno. Lo stesso percorso pare verrà intrapreso anche da Alitalia in modo che il sistema logistico nazionale sarà in grado di proporsi all’industria farmaceutica con handler, aeroporti e vettore di bandiera tutti certificati e quindi con le carte in regola per movimentare questi. Da un punto di vista delle infrastrutture a terra sia Alha che altri operatori dispongono già oggi di molteplici magazzini a temperatura controllata con capacità significative.
Alessandro Cappella, presentando il nuovo sistema CoolBox, ha ricordato infine il peso dell’industria farmaceutica citando i dati recenti di Farmindustria secondo cui l’Italia dalle stime sul 2017 è diventata il primo produttore farmaceutico dell’Unione europea con una produzione pari a 31,2 miliardi di euro, di cui il 24,8 miliardi (79%) destinato all’export. Circa 2,8 miliardi di euro sono gli investimenti in atto, dei quali 1,3 miliardi in produzione e 1,5 in ricerca e sviluppo, mentre gli addetti del comparto sono 65.400. Sempre secondo Farmindustria il settore del pharma è quello con la più alta crescita in Italia dal 2007 al 2017 in termini di produzione (+24%) e di export (+107%).
Nicola Capuzzo