Fuori quarantena oltre 100 piloti Cathay, ma Fedex chiude la base a Hong Kong
Nonostante qualche segnale che aveva fatto ben sperare (in particolare gli operatori italiani, con il riavvio del volo passeggeri con Malpensa), i collegamenti aerei da e per Hong Kong continuano a essere operati con difficoltà anche per via delle severe policy anti-Covid del paese. Policy che recentemente si sono abbattute sui piloti di Cathay Pacific […]
Nonostante qualche segnale che aveva fatto ben sperare (in particolare gli operatori italiani, con il riavvio del volo passeggeri con Malpensa), i collegamenti aerei da e per Hong Kong continuano a essere operati con difficoltà anche per via delle severe policy anti-Covid del paese. Policy che recentemente si sono abbattute sui piloti di Cathay Pacific anche per via del comportamento poco lungimirante di alcuni di loro.
Nei giorni scorsi ha infatti fatto scalpore la notizia della quarantena di 21 giorni applicata a 140 piloti della compagnia che avevano pernottato in un hotel di Francoforte dopo che tre di loro, impegnati abitualmente su voli cargo, avevano violato le restrizioni anti-Covid ed erano poi risultati positivi a un test. I tre sono stati licenziati, mentre – notizia di due giorni fa – il dipartimento di salute di Hong Kong ha successivamente sollevato dall’obbligo di quarantena 111 dei piloti colpiti dal provvedimento iniziale, lasciando comunque in isolamento 10 membri dell’equipaggio che erano contatti stretti dei positivi.
Proprio le rigide misure anti-Covid in vigore nella ex colonia britannica avevano però nel frattempo portato il vettore a prendere in considerazione una decisione drastica sulla falsariga di quella di Fedex di alcuni mesi fa. Cathay, secondo alcune fonti di stampa, si era infatti detta disponibile a valutare un trasferimento dei suoi piloti in un paese dalle restrizioni meno severe in modo da poter continuare a operare voli. A Loadstar un portavoce aveva parlato del possibile avvio di un programma volontario e temporaneo, che secondo quanto riportato dal South China Moring Post avrebbe previsto di ‘spostare’ i piloti fuori dalla città per 4 mesi.
Come detto, una decisione simile era già stata presa all’inizio dell’anno da Fedex, che aveva ‘delocalizzato’ 180 piloti da Hong Kong alla California per evitare che dovessero costantemente sottoporsi alle rigide regole del paese in materia sanitaria. Secondo quanto annunciato dallo stesso vettore la scorsa settimana, Fedex ha ora deciso di chiudere del tutto la sua base nel paese, non avendo sufficiente manodopera per gestire le operazioni secondo le regole (che prevedono una quarantena di 14 giorni per i vaccinati e di 21 per i non vaccinati). La compagnia ha chiarito che comunque manterrà le operazioni a Hong Kong, scalo che è “centrale nel suo network dell’Asia Pacifico”.
Alcuni operatori interpellati da Scmp, tra cui Rob Chipman, amministratore delegato di Asian Tigers Group, uno dei più importanti fornitori logistici di Hong Kong, hanno detto di sperare che la decisione di Fedex possa essere un segnale per il governo di Hong Kong e per la sua politica ‘zero-Covid’ “la quale dovrebbe essere allineata all’evolversi della pandemia”, nonostante si tratti di una “materia complicata” che coinvolge “le relazioni con Pechino”.
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