F2i in pole position per l’aeroporto di Trieste
Dopo che l’Ansa ha rivelato come il Gruppo Save non sarà della partita nella corsa alla privatizzazione dell’aeroporto di Trieste, il fondo d’investimento F2i sembra essere a questo punto l’indiziato numero uno per rilevare il 55% dell’infrastruttura. Il valore d’acquisto è fissato in 32,5 milioni. Il passo indietro di Save e la quasi certa assenza di […]
Dopo che l’Ansa ha rivelato come il Gruppo Save non sarà della partita nella corsa alla privatizzazione dell’aeroporto di Trieste, il fondo d’investimento F2i sembra essere a questo punto l’indiziato numero uno per rilevare il 55% dell’infrastruttura. Il valore d’acquisto è fissato in 32,5 milioni.
Il passo indietro di Save e la quasi certa assenza di altre offerte entro la giornata di lunedì 14 gennaio, lasciano intuire che F2i si candida a controllare, attraverso 2i aeroporti, anche lo scalo di Ronchi dei Legionari dopo quelli di Napoli e Torino, oltre che detenere il 45% della milanese Sea, il 30,98% di Sacbo e il 10% di Bologna.
Una rete di infrastrutture aeroportuali in cui transita la metà del traffico passeggeri nazionale e una fetta consistente del cargo. Il socio subentrante e maggioritario in Trieste Airport dovrà garantire in particolare il raggiungimento della quota di 1,1 milioni di passeggeri nel 2023 e il miglioramento dell’Ebitda. Obiettivi da raggiungere con un piano industriale adeguato e un network di collegamenti che risponda alle potenzialità e agli interessi dell’area triestina e friulana.
Nei primi 11 mesi del 2018, secondo le statistiche di Assaeroporti, lo scalo friulano ha movimentato poco più di 390 tonnellate di merce, un valore in crescita del 29% rispetto allo stesso periodo del 2017.