Exploit della consegna pacchi in Italia: tra 2018 e 2022 ricavi a +61%
Forti incrementi del giro d’affari per Dhl Express (+13,1%) e Amazon Italia Transport (+15,6%) tra 2021 e 2022
I servizi di corriere espresso e consegna pacchi hanno vissuto in Italia, negli anni tra il 2018 e il 2022, un vero e proprio exploit, che ha portato i loro ricavi aggregati a passare da 6,12 a 9,9 miliardi di euro, con una crescita nel periodo del 61%.
Lo evidenzia l’ultimo focus dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, che ha analizzato i bilanci delle imprese di ‘sua competenza’ nell’intervallo in questione. In questo ambito, l’authority ha sottolineato il “particolare dinamismo” di Amazon Italia Transport, i cui introiti tra il 2018 ed il 2022 sono passati da 220 milioni a oltre 1,2 miliardi di euro. Nell’insieme il comparto, che include anche i servizi di corrispondenza e di stampa-imbustamento, ha pure incrementato il giro d’affari nello stesso intervallo di tempo, portandolo dai 9,3 miliardi del 2018 ai 12,4 del 2022. Nel dettaglio, le imprese principali del settore, per ricavi, al 2022 erano nell’ordine Poste Italiane con 3,112 miliardi di euro (+1,8% sul 2021), Brt (1,88 miliardi, +6%), Fedex-Tnt (1,459 miliardi, -2,3%), Dhl Express (1,394 miliardi, +13,1%), Amazon Italia Transport (1,217 miliardi, +15,6%), Sda (considerata quindi come attività a parte, 1,067 miliardi, -4,1%), Ups (912 milioni, -1,3%), Gls Enterprise (657 milioni, +4,2%), Postel (185 milioni, +0,8%), Gls Italy (+20,4%).
Le attività di consegna pacchi tra 2018 e 2022, secondo l’analisi, hanno visto anche crescere di molto gli investimenti, che nell’intervallo di tempo sono raddoppiati passando da 100 a 200 milioni all’anno. Una cifra, evidenzia il report, pari al 20% del totale dell’intero comparto (nel 2018 equivaleva al 16,5%) e totalizzata anche in questo caso grazie al forte apporto di Amazon Italia Transport, che nel periodo ha più che triplicato i propri investimenti passando dai 40 milioni del 2018 agli oltre 130 del 2022.
La controllata italiana del gruppo di Seattle, in questo caso insieme ad altri colleghi, finisce poi sotto il riflettore dell’Agcom anche per il boom nel numero di addetti, cresciuto in particolare negli anni dopo il 2021 con l’ingresso di 805 unità, per uno staff totale che al 2022 contava 3.400 lavoratori. Un apporto consistente è arrivato anche dalla maggior parte degli altri operatori principali, ovvero Brt, Dhl, Fedex e Gls, che insieme ne hanno assunti 860, mentre Ups nell’anno ha ridotto di oltre 50 unità il numero degli addetti.
Complessivamente il comparto – includendo quindi anche le attività di corrispondenza e imbustamento – nel quinquennio ha invece seguito una tendenza opposta, con 127.300 addetti al 2022, in netto calo sui 135mila del 2018 per via dei “processi riorganizzativi del Gruppo Poste Italiane”. Il trend si è però invertito nel 2021 (quando il personale contava 123.100 addetti circa), sia per il contributo della stessa PI sia per la creazione sul territorio di hub logistici, come nel caso appunto di Amazon Italia Transport.
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