Enilive avvia la produzione di Saf nella bioraffineria di Gela
L’impianto coprirà quasi un terzo della domanda di carburante prevista in Europa per il 2025
Enilive ha annunciato di avere avviato nei giorni scorsi l’attività del suo primo impianto dedicato alla produzione di Saf (Sustainable Aviation Fuel), nella bioraffineria di Gela, in Sicilia. Entro il 2026 l’azienda renderà operativo anche l’impianto per la produzione di carburante sostenibile per l’aviazione a Porto Marghera, nella bioraffineria di Venezia, ed entro il 2030 si aggiungeranno nuovi impianti in Italia e all’estero.
La struttura di Gela, segnala l’azienda, in particolare ha una capacità di 400mila tonnellate/anno, pari a quasi un terzo della domanda di Saf prevista in Europa nel 2025 in conseguenza dell’entrata in vigore della ReFuelEU Aviation.
Enilive ha all’attivo già dal settembre 2022 alcuni accordi con diverse compagnie aeree per la fornitura di Saf, grazie alle prime produzioni realizzate in sinergia tra la bioraffineria Enilive di Gela e altri impianti Eni a partire da materie prime di scarto.
Entro il 2030 la società prevede di portare la propria capacità di bioraffinazione a oltre 5 milioni di tonnellate/anno e di incrementare l’opzionalità della produzione di Saf fino a 1 milione di tonnellate/anno entro il 2026, con un potenziale raddoppio entro il 2030, anche grazie ai nuovi progetti in corso nella bioraffineria di Venezia e alla realizzazione di nuove bioraffinerie in Malesia e Corea del Sud.
La bioraffineria di Gela, segnala ancora Enilive, ha una capacità di lavorazione pari a 736 mila tonnellate/anno di biomasse, prevalentemente da materie prime di scarto e rifiuti. La produzione di Saf è stata resa possibile da alcune modifiche impiantistiche, in particolare dell’unità isomerizzazione a cui sono stati aggiunti un reattore e una sezione di separazione prodotti, e del parco serbatoi e strutture logistiche. A breve, aggiunge Enilive, saranno ultimati anche gli investimenti per il potenziamento della sezione di pretrattamento delle cariche con la costruzione di una terza linea di degumming, che consentiranno di ampliare ulteriormente la tipologia delle materie prime di scarto e residui da trasformare in biocarburanti Hvo(Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrotrattato).
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