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E-commerce e logistica in Italia: lo studio di Casaleggio Associati
L’ultimo rapporto della Casaleggio Associati sull’ecommerce appena pubblicato dedica un ampio capitolo alla logistica al servizio del commercio elettronico ricordando in primis che in Italia si contano circa 100 mila imprese nel settore della logistica, con 85 miliardi di fatturato nel 2019, il 9% del PIL nazionale. Circa il 90% sono micro o piccole realtà, […]
L’ultimo rapporto della Casaleggio Associati sull’ecommerce appena pubblicato dedica un ampio capitolo alla logistica al servizio del commercio elettronico ricordando in primis che in Italia si contano circa 100 mila imprese nel settore della logistica, con 85 miliardi di fatturato nel 2019, il 9% del PIL nazionale. Circa il 90% sono micro o piccole realtà, con meno di 9 addetti e scarsa possibilità di investire massicciamente nella trasformazione digitale. Le spedizioni generate dall’e-commerce sono aumentate del +103% durante il lockdown e del 68,5% nel post lockdown, a dimostrazione che il trend non intende interrompersi: gli operatori di supply chain e logistica durante tutto il 2020 hanno dovuto fare i conti con grossi volumi di lavoro legati alle consegne B2C e crescenti aspettative da parte dei consumatori, tenendo conto delle misure di sicurezza incrementali legate alla pandemia.
I big della logistica hanno visto crescere considerevolmente l’attività: Amazon in quest’ottica nel 2020 ha creato 120.000 nuovi posti di lavoro tra edilizia e “Logistica di Amazon”, mentre Ups ha aperto un nuovo centro logistico in Toscana. Anche Poste alla fine dello scorso anno ha messo in atto il nuovo “MaxiHub” di Roma, un impianto di logistica a elevata automazione in grado di gestire circa 140 mila pacchi al giorno di media (quello di Milano verrà lanciato in primavera 2021 e triplicherà le capacità dell’operatore nelle consegne).
Casaleggio Associati nella sua analisi sottolinea che il concetto di shipping neutrality, ossia il fatto che gli operatori di logistica e spedizioni offrano lo stesso trattamento a tutti i player e-commerce, nel corso del 2020 e a causa dell’emergenza sanitaria, è venuto meno. Diversi player e-commerce dichiarano di aver ricevuto un servizio peggiore di quello ricevuto dai grandi player. Questo ovviamente si è riflesso sul consumatore che ha ricevuto pacchi da grandi e-store sull’uscio di casa al giorno e orario prescelto a costi contenuti, mentre pacchi acquistati da piccoli store sono stati recapitati in ritardo, con un servizio clienti meno efficiente e spesso a costi di consegna più alti.
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