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Dogane a Malpensa: gli spedizionieri chiedono più personale

Le tempistiche dei controlli alla merce da parte dell’Agenzia delle Dogane presso l’aeroporto di Malpensa sono al centro delle critiche di diverse case di spedizioni e caricatori. Alcune aziende, che chiedono per evidenti ragioni di rimanere anonime, segnalano a AIR CARGO ITALY che, se fino alla settimana scorsa l’incidenza dei controlli sulle merci per emergenza […]

di Nicola Capuzzo
7 Aprile 2020
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Le tempistiche dei controlli alla merce da parte dell’Agenzia delle Dogane presso l’aeroporto di Malpensa sono al centro delle critiche di diverse case di spedizioni e caricatori.

Alcune aziende, che chiedono per evidenti ragioni di rimanere anonime, segnalano a AIR CARGO ITALY che, se fino alla settimana scorsa l’incidenza dei controlli sulle merci per emergenza Covid-19 era quella media del 20-30%, da questa settimana il 100% delle importazioni dei prodotti va in controllo almeno documentale (CD), quando non addirittura fisico (VM) allungando notevolmente i tempi. Tutto questo con lo stesso personale in forza presso la dogana di Malpensa che ovviamente è oberato di lavoro e non riesce a evadere i controlli in tempi brevi. Si parla in particolare di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale che le aziende italiane hanno urgenza di ricevere.

“Ad oggi Malpensa è l’unico aeroporto con voli cargo per importare merce dall’estero e noi abbiamo merce arrivata nel weekend che è andata in controllo documentale nella mattina di lunedì e ancora il controllo non è stato effettuato. Oltre al danno di aver pagato il nolo aereo 12 dollari/kg tassabile, gli importatori hanno anche la beffa di non poter ritirare la merce nel primo giorno utile ma, si spera, il giorno seguente. In ogni caso con aggravio di spese per magazzinaggio aeroportuale” racconta uno spedizioniere.

Il lavoro in questi giorni è più complicato in primis per gli stessi spedizionieri che devono predisporre le dichiarazioni doganali con maggiori difficoltà a causa dei molti più elementi obbligatori da inserire nel flusso doganale a seguito di una recente nota dell’Agenzia, ma anche i trasportatori in taluni casi si sono trovati ad attendere invano a Malpensa il carico di merci in attesa di essere controllato e per le quali lo sdoganamento è arrivato con almeno un giorno di ritardo.

Nella giornata di lunedì i funzionari delle Dogane stavano ancora smaltendo il lavoro accumulatosi prima del week end. “Questo sarebbe il modo con cui lo Stato agevola l’importazione di materiale per far fronte all’emergenza?” prosegue dicendo uno spedizioniere. “Ben vengano i controlli ma è necessario che l’Agenzia metta in servizio alla cargo city di Malpensa personale a sufficienza per affrontare questo momento. Peraltro si sta parlando di controlli che dovrebbero andare a verificare anche il rispetto delle normative sulla sicurezza, cosa che oggi non avviene se non per il materiale medico che controlla preliminarmente l’Usmaf, cioè il Ministero della Sanità, mentre la Dogana in questo momento controlla solo a chi sono destinate questi Dpi per decidere se requisirli o meno”.

 

A proposito della requisizioni poi, un altro addetto ai lavori, solleva questa critica: “Posso accettare da cittadino e imprenditore che in caso di emergenza la Protezione Civile requisisca le mascherine a chi è stato più capace e veloce di loro a trovare un prodotto a norma e farlo arrivare sul mercato italiano ma dovrebbero indennizzare almeno le spese vive ad oggi necessarie per importare questi prodotti e non il valore di dicembre 2019 come da decreto Cura Italia (circa 100 volte meno il costo attuale) perché molti desistono. Basti pensare che il valore dell’indennizzo non copre nemmeno il valore del dazio! Il tutto si traduce in un terrorismo per chi avrebbe le capacità per importare prodotti conformi e commercializzarli ma non può rischiare una perdita di decine o centinaia di migliaia di euro”.

 

In merito alla dilazione di pagamento dei diritti doganali che la Dogana ha introdotto nel decreto Cura Italia, un’ulteriore fonte segnala che “soggetti in possesso di conto differito, si sono visti rinviare i pagamenti dai propri clienti che avevano accolto la disposizione come valevole sine conditio. In un passaggio della nota delle dogane del 19 marzo è scritto ‘Pertanto, per i soli “conti di debito” autorizzati secondo le modalità previste dagli articoli 78 e 79 del decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 431, è ammessa una ulteriore proroga del pagamento del debito precedentemente annotato, senza conseguenze sull’importo disponibile che continua ad essere determinato sulla base delle dichiarazioni presentate’. In pratica chi è titolare di conto differito in Dogana può ritardare i pagamenti senza oneri ( interessi o sanzioni) entro il limite della fidejussione prestata a garanzia in dogana. In pratica non fanno credito: se il conto è esaurito bisogna rimpinguarlo”. La critica, in questo caso, è che la dilazione per il differito doganale è prevista solo per chi ha conto differito con garanzia fidejussione abbastanza capiente.

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