“Digitalizzazione collaborativa per il cargo degli aeroporti italiani”
Digitalizzazione sì, ma collaborativa e con una regia chiara. Questa è ad oggi la principale necessità del settore delle spedizioni aeree in Italia, perlomeno secondo il punto di vista dei relatori invitati al tavolo ‘Le aziende e il cargo aereo’ del convegno Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry. La formula magica è stata citata innanzitutto […]
Digitalizzazione sì, ma collaborativa e con una regia chiara. Questa è ad oggi la principale necessità del settore delle spedizioni aeree in Italia, perlomeno secondo il punto di vista dei relatori invitati al tavolo ‘Le aziende e il cargo aereo’ del convegno Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry.
La formula magica è stata citata innanzitutto dal managing director di Cargo Start (società che offre soluzioni digitali per il settore, recentemente acquisita da Circle), Emanuele Vurchio, che l’ha spiegata a partire dai limiti riscontrati dalle esperienze degli anni passati, con l’implementazione di piattaforme digitali “lineari, cioè che prevedevano l’immissione di dati da parte degli spedizionieri per poi passare al resto della catena”. Un modello, basato sull’utilizzo di software proprietari, difficilmente integrabili, che si è rivelato non in grado di condurre al risultato desiderato, quello cioè di una condivisione di dati affidabili in tempo reale. La soluzione secondo Vurchio dovrà quindi necessariamente trovarsi nell’impiego di piattaforme collaborative, che permettano scambi tra i vari attori della filiera (spedizionieri, handler, vettori aerei, caricatori e ovviamente gli aeroporti) con standard condivisi e in grado di portare a una maggiore efficienza operativa.
“C’è però bisogno di una regia chiara” ha evidenziato Vurchio, indicando proprio gli scali come i soggetti che a suo avviso dovranno farsi carico di garantire anche un adeguato sistema di supporto, in particolare nei confronti delle case di spedizioni medio-piccole. “Noi scambiamo costantemente dati con centinaia di operatori, siamo consapevoli del fatto che i flussi non vanno sempre bene” ha aggiunto, proponendo come modello quello del sistema bancario italiano, con centri di supporto trasversali che permettono a ogni realtà di operare, indipendentemente dalle sue dimensioni.
Gran parte della sessione, e non poteva essere altrimenti, è stata dedicata poi alla piattaforma digitale di Malpensa, scalo principe del cargo italiano la cui esperienza – in realtà ancora in fase di avvio, nonostante sia stata lanciata da alcuni anni – a detta di vari intervenuti al dibattito potrà poi tracciare la rotta per le realtà minori.
A fare il punto sul cargo community system dello scalo milanese è stato Paolo Dallanoce, responsabile della divisione dedicata alle attività merci di Sea. “Stiamo cercando di rilanciare con forza, grazie ad Anama, il nostro ecosistema digitale, ora usato solo da alcuni grandi spedizionieri, per il quale abbiamo anche sviluppato diverse app grazie al progetto europeo Fenix”. Tra queste sono ad oggi avviate Smart Truck (per il tracciamento delle operazioni degli autotrasportatori nell’area cargo land-side, in test) e Smart Unload (per le prenotazione presso gli handler degli slot di scarico della merce in export, da testare nel 2023). Altre, ovvero Smart Clearance e Smart Corridor, riguardano rispettivamente la validazione del cargo manifest prima dell’atterraggio e la procedura per lo sdoganamento della merce nei magazzini di seconda linea. Ulteriori applicazioni, per l’area air side, sono invece relative al tracciamento dei passaggi dei carrelli (Smart Rolling Stock Management) e all’interfacciamento tra handler di rampa e di magazzino.
L’urgenza di una piattaforma digitale condivisa e realmente utilizzata dagli operatori per la gestione delle spedizioni a Malpensa è stata sottolineata anche da Alessandro Albertini, che ripensando all’insuccesso riscontrato negli anni dal progetto, ha commentato: “Abbiamo fatto leva sulla maggior efficienza operativa che avrebbe garantito, ma abbiamo sbagliato, avremmo dovuto parlare dei vantaggi economici”. Il presidente di Anama ha poi evocato anche la possibilità di ricevere risorse del Pnrr per supportare la digitalizzazione delle operazioni di spedizione, anche tramite incentivi agli operatori.
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