Confetra si appella alla ministra De Micheli
Guido Nicolini, presidente della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, dopo giorni di silenzio da Roma, ha preso carte e penna e ha scritto alla ministra dei trasporti e delle infrastrutture, Paola De Micheli, chiedendo come le aziende del comparto debbano comportarsi. “Sono ormai passati giorni dall’esplosione dell’emergenza CoVid-19 e ancora le Rappresentanze […]
Guido Nicolini, presidente della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, dopo giorni di silenzio da Roma, ha preso carte e penna e ha scritto alla ministra dei trasporti e delle infrastrutture, Paola De Micheli, chiedendo come le aziende del comparto debbano comportarsi.
“Sono ormai passati giorni dall’esplosione dell’emergenza CoVid-19 e ancora le Rappresentanze associative degli operatori e delle imprese delle nostre categorie produttive non sono state né convocate né ascoltate. Eppure le nostre aziende sono in trincea: terminal portuali, magazzini, centri di distribuzione, autotrasportatori, spedizionieri, operatori del cargo ferroviario e del cargo aereo stanno fronteggiando blocchi operativi ed ostacoli amministrativi enormi” ha scritto Nicolini alla ministra. “Sono le imprese in prima linea che garantiscono ogni giorno la logistica delle merci, per la produzione industriale e per i consumi, anche in una condizione oramai di grave rallentamento operativo – spesso quasi totale paralisi – dei principali hub nazionali”.
Il presidente di Confetra è poi arrivato alle richieste specifiche: “Abbiamo bisogno di un punto di raccordo nazionale, di una Task Force operativa presso il nostro Ministero di riferimento, che possa ricondurre a omogeneità e coordinamento i tanti attori istituzionali che operano lungo la filiera del trasporto merci, così da avere disposizioni e comportamenti coerenti su tutta la rete – stradale e ferroviaria – e tutti i nodi – portuali e aeroportuali – nazionali. Sono e siamo certi che Lei vorrà adoperarsi in tale direzione, nella convinzione che ulteriori rallentamenti del ciclo distributivo provocherebbero la totale ed immotivata paralisi del Paese”.
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