“Con gli aerei di piccole dimensioni nuove potenzialità per il cargo aereo regionale”
Scali come Cuneo “potrebbero essere pionieri del supporto alla logistica agroalimentare” secondo l’ingegnere Angelo Marinoni
*Contributo a cura di Angelo Marinoni*
*Ingegnere Industriale e Gestionale, tecnico dei trasporti
Il consolidamento del periodo positivo del cargo aereo porta ad alcune considerazioni su uno sfruttamento di questa crescita anche su mercati dove questo tipo di supporto alla logistica è residuale: i numeri forniti da Iata (9,8% di crescita della domanda globale a ottobre 2024) pongono come perseguibili politiche di espansione di questo mercato nel corto e medio raggio andando a sviluppare tessuti socioeconomici con ampie potenzialità inespresse dentro e attorno agli scali aeroportuali cosiddetti regionali.
Questa ipotesi è suffragata anche intersecando l’analisi della domanda potenziale con la situazione infrastrutturale dell’area alpina e subalpina (fragilità e congestione di importanti infrastrutture transalpine), nonché dal difficile contesto geopolitico del bacino mediterraneo.
Le ragioni del successo del cargo aereo anche in Europa (a luglio 2024 i vettori europei hanno registrato una crescita del 13,6% e a ottobre 2024 la domanda in Europa consolida un +7,6%) non sono solo esogene, ma anche e soprattutto endogene e legate all’efficacia e all’efficienza industriale e tecnologica con cui il sistema aereo cargo risponde alla domanda del mercato.
Esistono contesti dove il vettore aereo ha ampie potenzialità e non viene adeguatamente preso in considerazione da pianificatori e portatori di interesse, come esistono aeroporti regionali che costituiscono una ricchezza strumentale del territorio su cui insistono, ma che sopravvivono con enormi difficoltà perché vincolati ad una imprenditorialità del trasporto viaggiatori non sempre in grado di investire.
Questi aeroporti perdono la speranza di dedicarsi al cargo perché impossibilitati a raggiungere quei tremila metri di pista che, spesso, vengono considerati condicio sine qua non per definirsi cargo e garantire rotte appetibili ai vettori. In verità è il mercato aereo stesso a dimostrare che esiste una sua nicchia tutt’altro che insignificante che può essere operata con aeromobili leggeri e garantire non solo la copertura di una importante domanda della logistica, ma di risollevare le sorti di interi territori e aeroporti regionali.
Il mercato di riferimento di questa nicchia non è solo l’e-commerce che, comunque, dimostra una vitalità che va cavalcata e non subita, ma anche mercati che ora sono inespressi: per esempio, aeroporti come Cuneo potrebbero essere pionieri del supporto alla logistica agroalimentare (primizie e enologia) e di certa manifattura che necessita di velocità e non di capacità di peso, al pari dell’e-commerce; il consolidamento di questo tipo di trasporto sugli scali regionali consentirebbe uno sviluppo davvero significativo del tessuto socioeconomico caratteristico su cui insiste l’aeroporto e contemporaneamente dell’aeroporto stesso, infrastruttura che di per sé genera ricchezza in termini occupazionali, di promozione, di accessibilità e di servizio.
Non è un caso che lo stesso mercato degli aerei cargo di piccole dimensioni stia vivendo una nuova vivacità e al performante ATR72-600F si affianchi sul medesimo segmento l’Embraer E190F certificato in Brasile, a settembre 2024 da Faa e di prossima certificazione Easa.
Rispetto all’Atr, ma in prospettiva anche nel mondo jet, vi è non solo il risparmio energetico dettato dal poter almeno quintuplicare la capacità di movimentazione rispetto al tempo passando da gomma a aria, ma vi è anche una progressiva diminuzione dell’impatto ambientale, grazie alle motorizzazioni e ai carburanti sempre più evoluti che l’aviazione commerciale sta adottando, fino ad arrivare all’assenza di emissioni dirette in un futuro relativamente prossimo.
Cominciare ora che il mercato è in piena espansione a sviluppare il cargo aereo regionale anche attraverso gli aeroporti regionali significa:
- promuovere una mobilità delle merci non invasiva dei territori attraversati e non necessitante nuove infrastrutture valorizzando patrimoni infrastrutturali esistenti;
- sviluppare sistemi socioeconomici alla ricerca di una vocazione e ad una ottimizzazione degli spazi
- consentire al sistema economico regionale italiano di raggiungere rapidamente i mercati di riferimento e aggredire mercati nuovi che i sistemi terrestri di trasporto non possono consentire.
Lo Studio Nomisma “Aeroporti: infrastrutture strategiche per lo sviluppo del Paese” del 2023 commissionato da Assaeroporti conferma che ogni euro investito nel settore aereo si moltiplica per 3,2 in termini di valore della produzione comprendendo impatto indiretto e indotto, e che ogni posto di lavoro attivato ne genera 2,9.
In Italia ci sono molti aeroporti regionali e molta logistica che può essere da loro servita.
Esiste in alcuni ambienti decisori una perniciosa tendenza a considerare il trasporto aereo uno strumento di mobilità da contenere, mentre un corretto sviluppo del sistema trasportistico proprio in una ottica di tutela ambientale di lungo periodo passa per il trasporto aereo anche nel corto e medio raggio. Anche grazie allo sviluppo del cargo aereo regionale si riduce il consumo e si tutela il suolo, si incentiva la ricerca su carburanti alternativi e sulla mobilità elettrica associando all’attività aeronautica tradizionale lo sviluppo della “vertiportualità” cargo che risolverebbe non pochi problemi della logistica urbana come dell’ultimo miglio, la prossima commercializzazione del drone cinese W5000 è un segnale che il cargo aereo di corto-medio raggio associato all’aeroportualità regionale sia perseguibile e lo sviluppo di quest’ultima un asset fondamentale del sistema economico e dello sviluppo sostenibile.
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