Come saranno aggirate le prescrizioni Via sulla Cargo City di Malpensa
Lo ha spiegato la sottosegretaria alla presidenza del consiglio Siracusano in risposta a un’interrogazione parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra
Dopo che il cosiddetto Decreto Aria (con l’introduzione di un emendamento ad hoc in fase di conversione in legge) lo scorso ottobre ha conferito all’ampliamento della Cargo City di Malpensa (così come previsto dal Masterplan 2025) lo status di “opera strategica di preminente interesse nazionale”, restava da capire come il governo intendesse muoversi nel concreto per scavalcare le prescrizioni contenute nella Via (Valutazione di Impatto Ambientale), che invece aveva bocciato lo stesso intervento.
Al quesito ha dato risposta nei giorni scorsi la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Matilde Siracusano (Forza Italia), dando riscontro a un’interrogazione di Alleanza Verdi Sinistra presentata dalla deputata Eleonora Evi (Europa Verde). A darne conto è oggi Il Giorno. Alla Camera dei Deputati Siracusano, riferisce la testata, ha prospettato due possibilità: “O una semplice revoca della prescrizione relativa all’espansione cargo, oppure la revoca e contemporanea rivalutazione della prescrizione”. La quale spetterebbe al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, tramite la commissione tecnica Via-Vas “e, per quanto di competenza, al Ministero della Cultura”.
Alla fine di dicembre, una indicazione diversa era però arrivata dalla europarlamentare Maria Angela Danzì (M5S). Sul suo sito web, la deputata europea aveva infatti segnalato avere ricevuto dalla Commissione Europea, in risposta a una sua interrogazione, l’indicazione che “ogni futuro progetto di espansione di Cargo City fuori dal sedime aeroportuale deve ripartire dall’inizio con una nuova procedura, con lo stesso iter fatto per il Masterplan 2035”, quindi negando la possibilità di eventuali scorciatoie. “Bisogna tenere conto che il Ministero si è già espresso contro questa soluzione e che, secondo l’Europa, non potrà cambiare la sua valutazione nel caso venisse riproposta tale e quale” aveva aggiunto Danzì. “Ci sono alternative che permettono di impegnare una porzione minore di area di brughiera. Per questo bisogna tornare a parlare con il Parco del Ticino e con le altre istituzioni locali”.
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