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Cargo City di Malpensa: dal Parco del Ticino una controproposta

Si è chiusa senza che si sia arrivati a una sintesi delle diverse posizioni delle parti, ma con una novità, la riunione del tavolo di lavoro avviato da Regione Lombardia sul tema del Masterplan Malpensa 2035. Durante l’incontro – avvenuto alla presenza anche di Sea, Enac, la Provincia di Varese, Comuni del Cuv (Consorzio Urbanistico […]

di Nicola Capuzzo
18 Maggio 2022
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Si è chiusa senza che si sia arrivati a una sintesi delle diverse posizioni delle parti, ma con una novità, la riunione del tavolo di lavoro avviato da Regione Lombardia sul tema del Masterplan Malpensa 2035.

Durante l’incontro – avvenuto alla presenza anche di Sea, Enac, la Provincia di Varese, Comuni del Cuv (Consorzio Urbanistico Volontario) e Parco del Ticino – rappresentanti di quest’ultimo hanno infatti presentato un progetto per lo sviluppo della cargo city alternativo a quello prescelto (che corrisponde alla opzione numero 7 di quelle studiate dai consulenti della stessa Sea).

Secondo quanto riportato dalle testate locali che seguono la materia, la controproposta comprenderebbe una modifica del layout e l’implementazione di adeguate procedure che permetterebbero di salvaguardare le brughiere di Gaggio e Tornavento e si svilupperebbe nel sedime aeroportuale. Più precisamente, secondo MalpensaNews, l’alternativa fonderebbe elementi delle proposte 2 e 2A dello studio iniziale e interesserebbe aree a sud del terminal 1.

La riunione, riferiscono le stesse testate, ha però dovuto registrare la contrarietà di Sea ed Enac ad approfondire questa soluzione, inclusa la possibilità di un confronto tra i consulenti che hanno redatto le proposte formalizzate nel Masterplan e quelli contattati dal Parco del Ticino.

Le due società avrebbero però rilanciato, proponendo di compensare la perdita dei 44 ettari di brughiera con la restituzione al territorio di un’area di 32 ettari attualmente inclusa nel sedime aeroportuale e situata in zona sud est e sud ovest.

Una proposta che però non deve avere convinto le controparti, considerato che la presidente dell’ente parco Cristina Chiappa ha parlato di una posizione di “totale chiusura” che mette a rischio la possibilità di pervenire a un protocollo di intesa.
Critica anche la posizione del Cuv, il cui presidente di turno, Dimitri Cassani, ha chiesto che la posizione di contrarietà d venisse messa a verbale e ha ribadito che in assenza di dati oggettivi rispetto alle limitazioni al rumore non intende dare ok al protocollo di intesa. Nelle scorse settimane lo stesso Cuv aveva ribadito di essere contrario a uno sviluppo della cargo city che andasse a erodere la brughiera e chiesto di rispolverare le soluzioni che nelle relazioni del Masterplan 2035 erano state indicate come scenario 2 e scenario 4, mentre Dario Balotta, a capo dell’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni delle Infrastrutture e dei Trasporti da lui fondato, aveva suggerito di realizzare l’ampliamento laddove ora sorge il sottoutilizzato Terminal 2.

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