Boom di spedizioni pharma dall’Italia alla Cina a febbraio: l’ipotesi del ri-export
Una importante quantità di prodotti è stata trasportata nel paese dai freighter di Emirates decollati nel mese da Fiumicino
L’exploit delle esportazioni italiane verso la Cina nel mese di febbraio ha fatto interrogare molti sulle origini del fenomeno. Secondo l’Istat, nel mese le vendite in direzione del paese asiatico sono state pari al 131,4% in più rispetto a quelle di un anno prima (+17% invece la crescita media dell’export nei paesi extra-Ue), per un valore di circa 3 miliardi di dollari, dei quali 1,84 miliardi dovuti in particolare al settore dei prodotti pharma (contro i 98,5 milioni di del febbraio 2022).
Nei giorni scorsi sono circolate diverse ipotesi di spiegazione, da quelle più complottiste (qualcuno ha supposto che il fenomeno fosse legato a un aggiramento delle sanzioni contro la Russia) a quella che lo vedeva dovuto agli acquisti, jn Cina, di Udca (acido ursodesossicolico), un prodotto chimico utilizzato per farmaci per malattie epatiche realizzato in Italia cui sono attribuite, per il momento con poco fondamento, funzioni di prevenzione del Covid.
Una spiegazione (o per meglio dire un informazione di contesto utile a capire meglio quanto accaduto) è arrivata da Peter Ceretti di Eurasia Group, che ha supposto invece un ruolo chiave, nell’exploit di febbraio, del ri- export. In altre parole secondo l’analista questa vorticosa crescita potrebbe essere connessa al forte aumento, osservato a partire dalla tarda metà del 2022, delle importazioni (in termini di valore) in Italia dalla Germania e dai paesi dell’area Euro di prodotti farmaceutici (identificati con il codice h23004),
Qualunque sia la spiegazione, al riguardo si può osservare che verosimilmente una buona quantità di questo export pharma ‘extra’ dall’Italia alla Cina è stato trasportato nel paese asiatico da Emirates SkyCargo, sui due freighter decollati a febbraio dall’aeroporto di Fiumicino carichi di preparati salva-vita.
Nel frattempo, il ‘mistero del boom delle esportazioni di farmaci italiani in Cina’ si è però sgonfiato se non altro nelle due dimensioni. I primi dati relativi al marzo 2023 mostrano infatti che nel mese le vendite italiane verso il paese asiatico nel loro insieme si sarebbero fermate a 1,8 miliardi (contro, come detto, i 3 miliardi di febbraio). Ciononostante per le spedizioni aeree di farmaci ‘italiani’ si prospetta comunque sul lungo termine un futuro roseo, come sottolineato tra gli altri da Stefano Dini, manager del Gsa Cargo Plus e pharma & special products specialist. Durante un evento organizzato proprio a Fiumicino da Jas, il manager aveva parlato in particolare di una crescita attesa fino al 2026 del 6,4% annuo nelle esportazioni di prodotti pharma, in particolare nel settore delle biotecnologie e dei prodotti in campo oncologico.
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