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Il vaccino Pfizer e BioNTech viaggerà a -75°C
Le temperature gelide necessarie per conservare e trasportare il vaccino anti-covid delle aziende farmaceutiche BioNTech e Pfizer significano che potrebbe essere al di fuori della portata di larga parte (fino a due terzi) della popolazione mondiale. Lo riporta Askanews riprendendo i contenuti dell’approfondimento sulla logistica dei vaccini pubblicato lo scorso settembre da Dhl e da […]
Le temperature gelide necessarie per conservare e trasportare il vaccino anti-covid delle aziende farmaceutiche BioNTech e Pfizer significano che potrebbe essere al di fuori della portata di larga parte (fino a due terzi) della popolazione mondiale. Lo riporta Askanews riprendendo i contenuti dell’approfondimento sulla logistica dei vaccini pubblicato lo scorso settembre da Dhl e da McKinsey.
Il potenziale vaccino deve essere conservato a -75°C e somministrato in due dosi separate a circa tre settimane di distanza. Nei paesi ricchi ciò significa che verrebbe probabilmente distribuito negli ospedali o nei centri appositamente costruiti piuttosto che nelle farmacie o nell’ufficio del medico di famiglia locale. Per i paesi poveri – senza forniture elettriche affidabili o infrastrutture per mantenere i vaccini a quella temperatura di congelamento – potrebbe significare che non vengono consegnati affatto.
Secondo il white paper pubblicato a settembre sarebbero necessarie “misure straordinarie” per distribuire un vaccino congelato negli oltre 25 paesi – che coprono solo un terzo della popolazione mondiale – che attualmente hanno la capacità di immagazzinarlo.
“Attualmente, gran parte dell’Africa, del Sud America e dell’Asia non può essere prontamente rifornita su larga scala a causa della mancanza di capacità logistica della catena del freddo adatta ai prodotti delle scienze della vita” affermato lo studio di Dhl e McKinsey.
Anche problemi apparentemente minori come le strade di scarsa qualità potrebbero essere un ostacolo importante, aumentando il rischio di danni alle fiale fragili mentre vengono distribuite nelle aree remote e rurali. Pfizer e BioNTech hanno cercato di affrontare questi problemi progettando scatole di spedizione riutilizzabili delle dimensioni di una valigia in grado di conservare tra 1.000 e 5.000 dosi di vaccino a temperature di congelamento per un massimo di 10 giorni.
Ciò potrebbe alleggerire l’intasamento nella distribuzione, ma è improbabile che elimini completamente i problemi, lasciando potenzialmente miliardi di persone in attesa di un altro candidato vaccino che può essere conservato a temperature più miti, come un potenziale vaccino sviluppato da Johnson & Johnson che deve essere spedito congelato, ma può essere conservato alle temperature di refrigerazione tipiche per diversi mesi e richiede solo una dose, facilitando la sua distribuzione nei paesi più poveri.