Bernasconi (Unifret International) in cerca di sinergie fra spedizionieri
Segrate (Milano) – L’unione, quantomeno sotto forma di sinergie operative, farà la forza dei piccoli e dei medio-piccoli spedizionieri nei prossimi anni. Ne è convinto Francesco Bernasconi, amministratore delegato di Unifret International, casa di spedizioni storica ereditata oltre un decennio fa dal padre Emilio e saldamente sul mercato nonostante le incertezze congiunturali e lo strapotere dei big player. […]
Segrate (Milano) – L’unione, quantomeno sotto forma di sinergie operative, farà la forza dei piccoli e dei medio-piccoli spedizionieri nei prossimi anni. Ne è convinto Francesco Bernasconi, amministratore delegato di Unifret International, casa di spedizioni storica ereditata oltre un decennio fa dal padre Emilio e saldamente sul mercato nonostante le incertezze congiunturali e lo strapotere dei big player. “Guardando al futuro penso a possibili sinergie fra piccoli operatori che resistono sul mercato altrimenti il rischio è quello di venire prima o dopo schiacciati o inglobati dal consolidamento in atto da parte dei grandi colossi delle spedizioni” afferma Bernasconi, ripercorrendo per AIR CARGO ITALY passato, presente e futuro della sua azienda.
L’origine di Unifret International risale al 1987 e oggi la società, che controlla anche la Unifret Toscana (specializzata in traffici in import verso l’Italia), genera un volume d’affari che nel 2018 è stato complessivamente di 22,8 milioni (di cui circa 6 milioni attribuibili a Unifret Toscana) e quest’anno sarà più basso con un risultato netto in pareggio. I dipendenti sono una quarantina e le sedi, oltre al quartier generale di Segrate, sono sparse fra Campi Bisenzio (Firenze), Roma Fiumicino, Torino, Bentivoglio (Bologna) e Mestre.
“Facciamo spedizioni sia via aerea che via mare ma quest’ultimo ramo di business è preponderante e pesa per un 70% sul totale delle attività” prosegue affermando Bernasconi. “Quest’anno il fatturato è in lieve flessione per effetto della contrazione nei mercati conseguente alla guerra dei dazi in atto che hanno inciso soprattutto sui volumi in export dalla Cina. Oltre a ciò l’Italia ha esportato comunque meno quest’anno”. Nonostante ciò la marginalità di guadagno sulle spedizioni rimane alta per Unifret International, “Superiore al 20% in molti casi” precisa l’amministratore delegato, che a proposito dei mercati più importanti per il loro business cita “Cina ed estremo Oriente, Middle East, Sud America (in particolare Cile e Brasile), Mediterraneo, Sud Africa e Stati Uniti. Gestiamo ad esempio un importante traffico di vino spedito via aerea da Roma per New York che viaggia soprattutto con Norwegian”. In termini di volumi Unifret International movimenta in totale circa 2 milioni di kilogrammi di merce via aerea e quasi 10.000 Teu via mare fra import ed export. In Italia gli scali marittimi più utilizzati sono Genova, La Spezia, Venezia, Livorno e Napoli.
L’obiettivo per il futuro, non avendo in previsione a breve nuove aperture o investimenti in asset, è la ricerca di partner (“con alcuni abbiamo già un discorso intavolato”) per cercare di realizzare sinergie operative che ci consentano di aumentare il giro d’affari.
Nicola Capuzzo
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