“Assenza di visione della politica” il no all’espansione cargo di Malpensa
Preso atto dello stop, Anama apre a uno sviluppo differenziato che coinvolga anche Brescia e soprattutto Fiumicino
La bocciatura del progetto di espansione della cargo city di Malpensa al di fuori del sedime aeroportuale da parte della Commissione Tecnica Via del Ministero dell’Ambiente “dimostra una grave assenza di una visione sistemica della politica a supporto dello sviluppo del sistema logistico e del commercio internazionale”. Parola del presidente di Anama Alessandro Albertini, che in una nota diffusa dall’associazione ricorda tutte le criticità della configurazione attuale dello scalo, “realizzato da poco più di 20 anni in un’area che ne limita fortemente le potenzialità di sviluppo”, che hanno portato parte dei potenziali traffici di merci realizzate in Italia a dirigersi spesso sugli aeroporti del Nord Europa.
Oltre alla delusione per il provvedimento (nel quale tuttavia, va ricordato, i tecnici ministeriali suggeriscono anche di valutare alternative all’interno dei confini dello scalo, in precedenza scartate in fase progettuale) nella nota dell’associazione sono presenti però anche aperture a possibili strade alternative che possano andare a sostenere lo sviluppo delle spedizioni aeree e dell’export italiano, a Malpensa o al di fuori dello scalo milanese.
“Esistono altre strategie per supportare parzialmente la crescita del traffico cargo a Malpensa – spiega Albertini –a partire dalla razionalizzazione degli spazi già oggi a disposizione e tramite il processo di digitalizzazione delle procedure per cui siamo al lavoro in stretta sinergia con il gestore aeroportuale Sea”. Una soluzione che però secondo il presidente Anama potrà compensare solo in parte il mancato allargamento della cargo city: “Ci tengo a ricordare, infatti, che già a dicembre 2021 all’apice del boom dei traffici post pandemia, a Malpensa si sono registrati gravissimi problemi di congestionamento”.
Altre vie secondo Albertini saranno quindi da trovare nel Piano Nazionale Aeroporti a cui stanno lavorando Enac e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ferma restando però la consapevolezza che i traffici merci non potranno trovare spazio solo in scali dedicati perché spesso movimentati dalle ‘pance’ degli aerei passeggeri. Motivo per cui secondo il presidente di Anama “puntare su uno sviluppo differenziato tra Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Brescia può essere un percorso, sebbene frammentato”. In particolare Aeroporti di Roma, società che gestisce l’aeroporto di Fiumicino, è oggi secondo l’associazione “un interlocutore attento al cargo e questa disponibilità merita di essere approfondita in una riflessione a tutto tondo sul futuro del cargo aereo che oggi diventa doverosa.”